La tassonomia di Bloom per la didattica dell’arte

Tempo fa avevo iniziato ad approfondire il tema della tassonomia di Bloom relativa agli obiettivi educativi nella sua versione originale e in quella recentemente revisionata. È un approccio che mi suscita contemporaneamente interesse e perplessità: interesse perché tenta di sistematizzare i livelli di conoscenze e competenze che lo studente deve possedere e che il docente deve valutare, aiutando ad avere dei punti di riferimento “oggettivi” e condivisi; perplessità perché trovo molto accademico e rigido separare le varie abilità che spesso, al contrario, si possono conseguire ed applicare contemporaneamente e in ordine inverso a come prevede Bloom. La tassonomia rinnovata dovrebbe ovviare allo schematismo delle vecchia versione, non avendo un ordine gerarchico tra le abilità.

In questa nuova forma è stata adattata all’uso di Pinterest, di Twitter, delle app per iPad e dell’apprendimento attraverso l’uso della tecnologia più in generale. Ho cercato invano, però, una tassonomia specifica per l’apprendimento della storia dell’arte e, non avendo trovato nulla se non generalizzazioni, ho tentato di formularne una. Ecco l’infografica che ho realizzato per riassumere le mie idee sull’argomento.

Sostanzialmente non è nulla di nuovo rispetto alle tante attività che ho già proposto in altri post; tuttavia adesso queste sono riorganizzate in modo da legarle agli obiettivi previsti da Bloom.

Così è ancora più chiaro come i sei obiettivi siano tra loro interdipendenti e non gerarchici: spesso, ad esempio, per capire un’opera occorre crearne un’altra (il learning by doing) come ho già detto in questo post e in quest’altro.

E per ricordare meglio il glossario occorre applicare i termini acquisiti, altrimenti non è possibile memorizzare, come ho avuto modo di raccontare nel relativo post.

Analizzare un’opera, poi, è un’operazione che richiede anche un’attività di valutazione e comparazione.

Dunque si tratta di attività che, in qualche modo, sono trasversali a più obiettivi: dalla semplice copia di un’opera d’arte al più complesso webquest, dalla didattica con Facebook alla creazione di un blog, tutti gli sforzi nella didattica dell’arte devono essere concentrati sulla crescita dello studente in tutte le sei abilità descritte nella tassonomia.

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9 risposte

  1. Eddy Edson Montenegro Ramirez ha detto:

    Me intereso su propuesta en relación a la taxonomia de Bloom y como lo relaciona y aplica incluso con los recursos de la tecnologia. Uno de los comentarios sobre la creacion personal de recursos para Historia del Arte, tambien, es una gran verdad, a mi me ha tocado crear valiendome de algunos programas informáticos, los cuales sería importante que personas como usted los evalue y luego se pueda compartir. Ojala y además, pueda dejar este material en español. A propósito tambien soy docente de Historia del Arte.

  2. elisabetta malagoli ha detto:

    Grande ispirazione ho ricevuto dalla infografica sulla tassonomia di Bloom, io insegno tecnologia ma mi ritrovo perfettamente in questa interessante rielaborazione della mitica tassonomia di Bloom!

  3. Giovanna Bozzi ha detto:

    Grazie per questo interessante articolo e utile intervento sulla tassonomia per la storia dell’arte. Ti segnalo a proposito un mio articolo a questo link: http://www.pinomarchionna.it/press-area-di-pino-marchionna/84-clil-una-metodologia-per-l-educazione-del-xxi-secolo.html

    • didatticarte ha detto:

      Grazie per la segnalazione. Riguardo il capitolo CLIL, dopo aver fatto un corso di metodologia con l’USR Sicilia, aver fatto 10 ore di sperimentazione in aula e aver preso una certificazione B2, ho mantenuto tante perplessità:

      – la necessità di produrre in proprio il materiale didattico (c’è ben poco in giro di storia dell’arte e quel che stanno offrendo alcune case editrici può essere anche poco utile in base al programma che si sta svolgendo o al livello linguistico degli studenti)

      – l’uso della lingua (anche se dovessi riuscire a prendere un C1 non sarò in grado di correggere un alunno nell’uso della L2)

      – il livello linguistico degli studenti (nella mia attuale realtà scolastica è bassissimo anche al quinto anno, cosa che mi obbligherebbe a “banalizzare” argomenti che sono già complessi in italiano!)

      – la retribuzione (può sembrare secondario ma la quantità di lavoro da fare per gestire un CLIL, seguendo le indicazioni metodologiche di questo tipo di didattica, è davvero enorme e non è previsto alcun incentivo ufficiale)

      Che ne pensi?

  4. Grazia Vent ha detto:

    Grandissimi! Le vostre lezioni di arte sono veramente gustose! Grazie

  1. 1 Dicembre 2013

    […]   […]

  2. 19 Dicembre 2013

    […] di un apprendimento integrato che possa far agire in sinergia le sei competenze di base (ricordare, capire, applicare, analizzare, valutare e creare), vorrei lavorare sullo studio delle architetture del passato anche attraverso la creazione di […]

  3. 21 Aprile 2014

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