Il mondo alla finestra, racconti di finestre nella storia dell’arte
Ho iniziato a collezionare immagini di finestre nei dipinti tanti anni fa. Mi incuriosivano soprattutto le vedute incorniciate dalle ante di una finestra aperta, come un quadro nel quadro. All’inizio non credevo che ne avrei trovate molte, mi sembrava un soggetto piuttosto marginale. Poi, dopo le finestre sul paesaggio, ho trovato decine di finestre dietro scene sacre, finestre accanto alla vita quotidiana, finestre cieche, finestre che riempiono di luce una stanza, finestre circondate da oggetti o completamente spoglie, finestre leziose o silenziose.
Così inizia l’introduzione del mio nuovo libro, Il mondo alla finestra, la storia dell’arte raccontata dalla cornice di una finestra, scritto per BUR Rizzoli.
Quello delle finestre nei dipinti è un tema solo apparentemente minore. La finestra, che sia protagonista o sfondo, è molto di più che la rappresentazione di un’apertura.
È un elemento che separa due mondi: ce n’è uno esterno fatto di paesaggi naturali o urbani, di aria, di luce, di sole, di nuvole, di vento, di tepore; e uno interno fatto di persone, di piccoli rituali, di arredi, tende, pavimenti e pareti.
Allo stesso tempo unisce quei due universi, travasandoli l’uno nell’altro in modo fluido. La finestra, dunque, è il punto di incontro tra lo spazio umano e la realtà esterna, tra cultura e natura, tra la misura e l’infinito.
Questo contatto avviene fondamentalmente attraverso la visione: la finestra consente all’immagine del reale di presentarsi all’occhio di chi sta dentro.
Ma dal momento che si tratta di un ritaglio rettangolare nella parete, diventa anche uno strumento ottico, una cornice che rende unica quella porzione di mondo che inquadra al suo interno. Il risultato è una finestra-quadro, una sorta di dipinto nel dipinto.
Contemporaneamente, questo sfondamento illusionistico della parete aggiunge un’enorme profondità alla scena e lo spazio interno si prolunga fino all’orizzonte.
In base alla posizione che la finestra assume nel dipinto – specialmente se laterale – il paesaggio esterno può anche non essere visibile. In questo caso non si manifesta l’effetto “veduta in cornice” e neanche la prospettiva infinita. Ma risulta evidente un’altra caratteristica delle finestre: quella di riversare luce nello spazio interno. Una luce che non è solo funzionale a mostrare quello che c’è dentro la stanza, ma che la rende possibile, la fa esistere, le dà corpo e spazio.
Quel riquadro luminoso, inoltre, è testimone silente di esistenze ordinarie, è il luogo della lettura e della contemplazione, del rammendo e del disegno.
È anche luogo di attese e di sorprese. Di gesti che possono essere osservati da dentro la stanza ma anche dall’esterno, come un voyeur che sbircia l’intimità delle case altrui.
La finestra, infine, è simbolo di libertà, luogo del desiderio, immagine del divino.
Eppure la finestra è sostanzialmente un vuoto, una mancanza di materia. Ma è proprio la sua inesistenza fisica a trasformarla in ricettacolo di senso. Quel varco nello spazio è un catalizzatore di storie e un attivatore dell’immaginazione.
Per non disperdermi tra le centinaia di immagini che ho raccolto, ho scelto di descriverle per piccoli gruppi, in modo da far emergere di volta in volta un aspetto diverso, una sfaccettatura di una delle tante caratteristiche possedute dalle finestre.
Non volevo scrivere però un saggio di storia dell’arte, ma una raccolta di storie, una passeggiata attraverso le immagini e soprattutto tra i segreti che contengono, pittorici o storici, nella vita dell’artista e delle persone raffigurate.
Queste, per esempio, è la storia della finestra di Goethe.
L’ordine che tiene assieme le storie è sostanzialmente cronologico, ma ogni racconto è indipendente dagli altri. Dunque si può iniziare la lettura da qualsiasi punto, lasciandosi guidare dalla suggestione delle figure.
Si può scegliere tra Prospettive sul paesaggio e Letture illuminate, tra Luce imprigionata e Frammenti di Parigi, tra Davanzali abitati e Suggestioni giapponesi, per un totale di trentaquattro capitoli.
La storia dell’arte, quella canonica, alla fine emerge comunque. Perché la differenza tra una finestra del Quattrocento, una del Seicento e una dell’Ottocento, è principalmente stilistica; ma quella storia resta sotto traccia, come fil rouge che tiene assieme persone e luoghi distanti, nel tempo e nello spazio.
I grandi artisti ci sono tutti: Leonardo, Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Monet, van Gogh, Matisse, Chagall etc. Ma ci sono anche tanti altri autori meno noti, ma non per questo minori: il danese Vilhelm Hammershøi, la scozzese Alice Boyd, il norvegese Johan Christian Dahl, l’austriaca Marie Egner, giusto per fare qualche nome.
Naturalmente è stata indispensabile una selezione: impossibile raccontare tutte le finestre della mia raccolta. E forse non necessario. Al di là dei pezzi “obbligatori” ho scelto quelli che mi davano la possibilità di narrare un nuovo dettaglio, di svelare una piccola scoperta, un nuovo punto di vista.
La storia dell’arte dunque non è né il punto di partenza – perché questi racconti non richiedono di essere esperti di pittura – né il punto di arrivo: quello che si potrà scoprire è una storia tutta umana.
Quel che è certo è che quando si entra in questo mondo alla finestra, in questa moltitudine di sguardi, in questa infinità di significati, nessuna finestra può lasciare più indifferenti. È un piccolo regalo che sa donare l’arte: dare nuovi occhi per guardare in modo nuovo.
Anche attraverso un vetro.
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In chiusura voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la nascita di questo libro. In particolare Lucio Lorenzi, il mio editor, che ha creduto fin dall’inizio in questo progetto e ha seguito il mio lavoro pagina dopo pagina con immensa cura.
Per info e acquisti: sito Rizzoli, Amazon, Ibs, Mondadori Store, laFeltrinelli, Libreria Universitaria
Congratulazioni per la nuova pubblicazione!!!
Bellissimo post come sempre.. mi ha fatto pensare al “diritto alla finestra” proclamato dal fantastico visionario Friedensreich Hundertwasser..
Grazie, Carmine 😀
Ho parecchi libri in coda che mi attendono, ma arriverò anche a questo. La finestra nell’arte ha avuto rilevanza notevole e non solo per l’illuminazione e le relative e conseguenti ombre. Da un interno a un esterno, da un esterno a un interno, a volte addirittura è di fatto il reale catalizzatore di un’opera e/o dà idea di entità viva. La finestra, in arte come nel reale e nel quotidiano, in relazione a come viene osservata o proposta, credo possa essere anche indirizzo di sensazioni, quasi quanto l’espressione di un viso o una determinata posa umana. Sito essenziale e serio questo. Lo seguo volentieri…
Grazie dell’apprezzamento.
progetto edilizia
…..e anche tante finestre
leggerò
Salve Emanuela, è meravigliosa,accattivante,stimolante questa narrazione dell’arte attraverso le finestre.Comprerò di sicuro il libro;mi affascina troppo l’argomento.Complimentissimi.Francesca
Ti ringrazio tanto!
È sempre intrigante ritagliare una parte del mondo per guardarlo in quel certo modo che dice molto di me stesso. Per questo il paesaggio che dipingo o fotografo è in fondo una proiezione del mio paesaggio interiore
attendo con grande voglia di leggerti. Grazie. Virtus
Grazie a te, Virtus!
Un tema molto interessante e multiforme. Scrissi la mia tesi di specializzazione in storia dell’arte sul tema della finestra, nello specifico in area neerlandese. Mi ripropongo sempre di tornarci e a maggior ragione leggeró questo libro con interesse!
Grazie e complimenti
Ti ringrazio, Eleonora!
Cara Emanuela, oltre ad apprezzare molto il tuo lavoro, il tema della finestra ha suscitato in me un rinnovato interesse. Avevo lavorato a un progetto sulla finestra nella letteratura negli anni dell’università. E poi ci sono tornata insegnando un corso in cui tra i film in analisi c’era Signori e Signore di Pietro Germi. Che dire, l’arte in qualunque forma essa di presenti è sempre una finestra che si apre in due direzioni, verso l’esperienza del mondo e verso noi stessi. Mi farà piacere leggere il tuo libro. Laura
Interessante! Grazie Laura 😀