Dietro il quadro, il lato nascosto dell’arte
Cosa c’è dietro un quadro? Non è un aspetto a cui si fa molto caso, anche perché nei libri – dove li vediamo più spesso – i quadri non sono oggetti ma immagini bidimensionali. Non hanno cornice e non hanno spessore. Sono figurine fluttuanti sulla carta, astrazioni della mente.
Eppure il retro dei quadri può rivelare mille sorprese.
Può fornire alcuni dati interessanti sulla storia dell’opera grazie alle etichette apposte dai musei nei quali è transitata…
… ma anche darci informazioni precise sullo stato di conservazione del dipinto. La Gioconda, tanto per citare il quadro più famoso del mondo, mostra sul retro della tavola una preoccupante fessura già riparata in passato con due tasselli a coda di rondine.
Il retro ci rivela anche alcuni piccoli trucchi dell’artista: Lucio Fontana, ad esempio, rinforzava con delle barre passanti i suoi celebri tagli per far sì che lo strappo non si aprisse troppo verso l’interno.
Oltre a queste informazioni di tipo tecnico, il retro dei quadri può raccontare anche storie inattese. Può farci scoprire, ad esempio, che tanti pittori del Novecento, non potendosi permettere l’acquisto di nuove tele, spesso dipingevano anche sul retro di quelle già usate.
C’è anche qualcuno, oggi, che dipinge su entrambi i lati più per vezzo che per necessità…
Certe volte, addirittura, il retro è più prezioso del dipinto frontale. È il caso dei quadri di un pittore dilettante, tale Lewis Todd, che negli anni Cinquanta ricevette da Francis Bacon una prima versione del Papa Innocenzo X, di cui l’artista non era soddisfatto, con l’ordine perentorio di tagliare la tela in più parti prima di riutilizzarla.
Solo nel 2006 gli eredi di Todd scoprirono di avere in casa un tesoro da 200.000 sterline nascosto dietro le croste del nonno…
Ma nella storia dell’arte non mancano anche tanti esempi di dipinti volutamente bifacciali.
Il caso più noto, il doppio ritratto di profilo di Federico da Montefeltro e Battista Sforza realizzato nel 1474 da Piero della Francesca, mostra sul retro due immagini dei relativi trionfi con tanto di dediche commemorative in latino.
Detto tra noi, vista la scarsa avvenenza della coppia, preferisco il lato B!
Qualcosa del genere si trova anche nei trittici. Opere realizzate su tre pannelli dei quali i due laterali richiudibili come ante e quindi dipinti anche sul retro.
Più divertente è il caso di alcuni dipinti nei quali il retro (il cosiddetto verso) raffigura la stessa scena del fronte (il recto) ma vista, appunto, da dietro.
Uno dei più celebri è il Nano Morgante di Bronzino (1553), un doppio ritratto del buffone di corte di Cosimo I Medici a figura intera realizzato anche con lo scopo di dimostrare che la pittura, al pari della scultura, è capace di offrire più viste dello stesso soggetto (sebbene i due lati non corrispondano esattamente).
Qualcosa del genere l’ha fatto anche Daniele da Volterra (quello che dipinse le mutande ai personaggi della Sistina) con un quadro bifacciale che mostra la lotta tra Davide e Golia. In questo caso la scena è fedelmente riprodotta dai due punti di vista opposti.
Ancora più singolare è il licenzioso doppio ritratto di una suora in preghiera realizzato nel Settecento dal pittore svedese Martin van Meytens.
Ma quelli che mi fanno letteralmente impazzire sono i dipinti che rappresentano il retro di un quadro! Veri trompe l’oeil talmente accurati da comprendere anche lettere e biglietti che spesso venivano nascosti proprio dietro i dipinti, incastrandoli nel telaio.
La vera apoteosi, però, è la versione pop dei trompe l’oeil: ironia su ironia realizzata da Roy Lichtenstein con il suo tipico linguaggio fumettaro!
A questo punto torniamo alla domanda iniziale “Cosa c’è dietro un quadro”
“È presto detto: c’è la parte più divertente dell’arte!”
OTTIMO BLOG OTTIMO ARTICOLO !!! C’è ne fossero… Il 90% dei blog è pura schifezza, questo è tra i migliori articoli mai letti, preciso, senza errori, divulgativo… COMPLIMENTI
Grazie, Nicola. E benvenuto!
Articolo molto bello, simpatico e contemporaneamente istruttivo! Complimenti per il suo lavoro. Non conoscevo questo blog, è stata una bella sorpresa!
Grazie mille, Giovanni. E benvenuto!
Fa sempre piacere leggere i tuoi articoli, fa piacere anche sapere che sono molto seguiti.
Grazie, Diego.
Grazie
🙂
È un piacere leggere i vostri interventi
Una volta un cliente ci ha restituito un dipinto che aveva palesemente e accidentalmente tagliato. Sul retro della tela aveva applicato una toppa incollata per coprire il taglio…
Ecco cosa si nasconde sul retro della tela in questo caso! 🙂
Clienti monelli…Quante storie potremmo raccontare sulle migliaia di quadri venduti…
😀
È bello sapere che c’è chi non si sofferma alle apparenze, ma cerca di guardare oltre… in questo caso il lato B ci può dare anche delle tracce sul lavoro dell’artista che non è tutto fantasia, frizzi e lazzi, ma anche in molti casi scervellamento volto alla praticità. 😀
mi occupo di didattica di arte contemporanea presso la Fattoria di Celle Collezione Gori…ho trovato le sue idee interessantissime!
Grazie.
Sarebbe bello poterla avere ad uno degli incontri che organizziamo con gli insegnanti che poi verranno con gli alunni a fare il giro del Parco!
Grazie per l’apprezzamento! Mi piacerebbe molto venirvi a trovare… mi informerò 🙂
bè, ce l’ho fatta… ho visto con grande meraviglia e divertimento tute le immagini, grazie di avermele inviate. Sono un po’ in ritardo con gli auguri di buon anno, ma per il prossimo rimanente magari ci sta….! Alla prossima meraviglia!
Grazie, anche a te Anna!
Geniale.
Ma guarda un po’ … vado subito a controllare 😉
Ed io che pensavo che dietro un quadro ci fossero soltanto: un artista, un’idea e un chiodino. Mah …!
Se dietro ad un quadro possiamo trovare così tante sorprese mi auguro davvero che, dietro la porta del nuovo anno, possiamo trovare cose positive e maggiore serenità.
Me lo auguro anch’io! Grazie, come sempre 😉
Bellissimo articolo, non avevo mai pensato a quante sfaccettature potessero essere nascoste dietro una tela. Mi hai aperto un punto di vista inaspettato 🙂
Grazie Nicola, mi fa piacere!
molto interessante l’articolo, mi incuriosisce il retro della tela di Juan Gris. Da dove proviene? Dove posso trovare un’immagine con definizione migliore? Grazie per l’argomento
Ciao Daniela, purtroppo non ho trovato di meglio. Ecco l’articolo di riferimento: http://www.talkinnewyork.com/lauder-cubist-hoard-shown-complete-at-met-museum/
Grazie a te per l’apprezzamento 🙂
grazie 🙂
Magnifici gli esempi a corredo di questo articolo! Uno dei migliori mai letti, grazie infinite!
Wow, grazie Daniele!
Molto interessante, grazie 🙂
Articolo interessantissimo, non mi ero mai posta la domanda di cosa ci fosse dietro un quadro..complimenti!
Molto interessante e nuovo l argomento trattato, mi è piaciuto tanto! Grazie, leggo sempre con curiosità i vostri articoli
😀
Questi articoli sono stupendi. Chiari e semplici da comprendere anche per chi, come me, ha una preparazione limitata. Bravissimi
Ti ringrazio, Rossano (comunque sono una sola persona 😉 )
Argomento affascinante del quale non sapevo nulla. Grazie e Buone Feste!
Grazie a te, Ermanno!
Cornelis Norbertus, che nome evocativo!, mi ha sempre fatto impazzire, in effetti. L’ho scoperto dopo aver visto le cose analoghe di Giulio Paolini, e devo dire che il senso della materia di Cornelis mi ha fatto sentire quanto sia algido Paolini.
Grazie come sempre per le tue magnifiche passeggiate e divagazioni nel mondo dell’arte 🙂
Grazie mille, Angela 😀