Un antico bicchiere da birra: il pasglas nei dipinti
Come sempre le mie perlustrazioni nei dipinti iniziano per caso. Stavo facendo una raccolta pittorica sulla mia bevanda preferita, la birra, quando mi sono imbattuta più volte in un curioso bicchiere alto e stretto, con un largo piede, sezione poligonale e righe scure orizzontali lungo il corpo.

Jan van de Velde, Natura morta con bicchiere di birra e piatto di porcellana con pepe, 1647, olio su tavola, cm 64×59, Rijkmuseum, Amsterdam
L’ho trovato in tutte le nature morte dedicate alla birra del pittore olandese Jan van de Velde III (1620-1662), ma anche in un allegro autoritratto di Rembrandt con la moglie Saskia che interpretano una scena della parabola del figliol prodigo.

Rembrandt, Autoritratto con Saskia, 1635, olio su tela, cm 161×131, Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda
Ma è stato con un dipinto di Petrus Staverenus che ho fatto la scoperta: nella descrizione dell’opera, infatti, c’è scritto che si tratta di un uomo che ride con un “pasglas“.

Petrus Staverenus, Uomo che ride con un pasglas, 1650, olio su tavola, 17×13, Collezione privata
Questa parola, che non avevo incontrato nelle altre opere, credevo fosse semplicemente il termine olandese per bicchiere. Ma l’ho voluta comunque cercare sul web e così ho scoperto che indica un bicchiere speciale, tipico del Secolo d’oro, realizzato per i “giochi alcolici“, un passatempo praticato soprattutto nei Paesi Bassi, ma anche in Germania e Svezia. Queste gare di bevuta consistevano nel riuscire a tracannare in un solo sorso la birra inclusa tra due ‘passen’ cioè i gradini in rilievo che decorano il bicchiere (da cui il nome pasglas).

Adriaen van Ostade, Contadino alla finestra, 1660, olio su tavola, cm 27×21
Se il partecipante alla gara riusciva a bere la giusta dose di birra passava il bicchiere al giocatore successivo (per questo il pasglas era chiamato anche bicchiere da passaggio). Ma se avesse bevuto troppo, o troppo poco, doveva bere fino al segno seguente, e così via. Naturalmente, più si beveva e più era difficile raggiungere con precisione la tacca, finendo così per ubriacarsi del tutto.
Non è un caso, dunque, che i personaggi che tengono in mano un pasglas appaiano sempre piuttosto alticci!

Joos van Craesbeeck, Ritratto d’uomo che stringe un bicchiere, 1635-1661, olio su tavola, cm 13×11, Collezione privata

David Teniers il Giovane, Un contadino che tiene in mano un bicchiere, 1640-1650, olio su rame, cm 8×6, Dulwich Picture Gallery, Londra
Per non parlare dei quadri che raffigurano le gare alcoliche… i bevitori arrivano a stramazzare al suolo, aspramente rimproverati dalla proprietaria della taverna.

Cornelis Dusart, Gara di bevuta, 1702, olio su tela, cm 48×56, Frans Hals Museum, Haarlem
In questo genere di dipinti è facile trovare personaggi che ridono, con i denti bene in vista. Tuttavia la risata non è frequente nella storia dell’arte. Quell’espressione si addiceva infatti solo ai folli e agli ubriachi. Al massimo ai bambini e alla figura di Democrito, il “filosofo che ride”…

Jan Miense Molenaer, Allegra compagnia, 1650, olio su tela, cm 70×76, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam
Nelle nature morte, invece, un pasglas pieno di birra simboleggiava le tentazioni della vita. Per questo, in diversi casi, era accompagnato dal tabacco, dal vino e dalle carte da gioco, altri simboli di perdizione.

Jan Jansz van de Velde, Bicchieri, accessori da fumo e carte, 1653, olio su tela, cm 43×40, Ashmolean Museum, Oxford
A volte il pasglas compare assieme a un particolare calice da vino, il römer, di cui vi ho raccontato in un altro articolo.

Jan Albertsz Rotius, Natura morta con granchio, 1644-1666, olio su tavola, cm 58×81, Rijksmuseum, Amsterdam
In verità anche le scene con bevitori avrebbero dovuto avere un intento moraleggiante, quello di mettere in guardia dagli eccessi del vizio.

Pieter Quast, Allegra compagnia, 1638-1645, grafite e gouache su vellum, cm 27×34, Ackland Art Museum, Chapel Hill
Tuttavia alla fine prevaleva l’aspetto gaudente di queste curiose scene di genere.

Adriaen van Ostade, Coppia danzante, 1625-1640, olio su tavola, cm 38×52, Rijksmuseum, Amsterdam
Il collegamento tra questo bicchiere e la corruzione dei costumi venne appositamente sfruttato dalla Chiesa cattolica che nel 1618, l’anno dopo il centenario della Riforma protestante, fece stampare un volantino nel quale i precetti di Lutero erano applicati tra gli anelli di un pasglas, a suggerire l’ubriachezza del riformatore e l’immoralità della sua dottrina.
Di pasglas originali oggi ne rimangono rari esemplari. Oltre a godere, all’epoca, di poca considerazione, la qualità del vetro con cui venivano realizzati era piuttosto scarsa e spesso conteneva bolle d’aria: era frequente, dunque, che al termine di una gara alcolica i bicchieri finissero in pezzi.
Dalle immagini dei pochi pasglas conservati nei musei si può notare che le rigature altro non sono che fili di vetro fuso colati attorno al bicchiere senza troppa precisione. Non mancano tuttavia, anche pezzi molto pregiati, con eleganti incisioni sul vetro personalizzate per il committente.
Va precisato, comunque, che il pasglas era destinato essenzialmente alle gare di bevuta. In altre situazioni la birra veniva sorseggiata nello steinzeugkrug, un boccale in metallo o ceramica dotato di coperchio.

David Teniers il Giovane, Il vecchio bevitore di birra, 1640-1660, olio su tavola, cm 35×32, Rijksmuseum, Amsterdam
Anche quest’oggetto ha una storia affascinante: l’idea del coperchio incernierato, per esempio, nasce in Germania come norma igienica all’inizio del ‘500 per evitare che sciami di mosche (ritenute vettori della peste bubbonica!) potessero infettare la bevanda. L’aspetto più ingegnoso di questo dispositivo era che poteva essere sollevato con il pollice della stessa mano che impugnava il manico del boccale.
Questo contenitore veniva servito anche nelle taverne, quando l’avventore voleva farsi una tranquilla bevuta di birra, senza gareggiare coi compagni.

David Teniers il Giovane (1610-1690), Bevitori di birra
Gli eredi dello steinzeugkrug esistono ancora oggi, soprattutto come souvenir dal nord Europa. Il pasglas invece si è rapidamente estinto, scomparendo dalle taverne all’inizio del XVIII secolo.
Resta però in tanti affascinanti dipinti, pronto a raccontare storie sorprendenti di quattrocento anni fa.