Claude Lorrain e il suo sistema anti-plagio

È chiamato Liber Veritatis (Libro della verità) ed è un’opera assolutamente unica nel panorama della storia dell’arte: sto parlando della raccolta di 195 disegni creata dal celebre paesaggista Claude Lorrain (1600-1682) che contiene le riproduzioni di tutti i suoi dipinti, con tanto di numerazione progressiva, data, annotazione del committente e della sua provenienza e firma autografa dell’autore.

Per capire di cosa si tratta ecco un esempio. Il dipinto in alto, realizzato intorno al 1644, raffigura Ulisse che restituisce Criseide al padre. Il disegno sottostante è la riproduzione che ne ha fatto lo stesso pittore per archiviarla nel suo registro.

L’artista, nato in Francia ma attivo soprattutto a Roma come paesaggista, realizzò questo album dal 1635 al 1682, anno della sua scomparsa, con il preciso scopo di tutelare la paternità dei suoi dipinti, che già dagli anni Trenta erano oggetto di diffuse falsificazioni. Per questo, oltre ai disegni, c’erano degli indici con le liste di tutti i dipinti.

Anche se potrebbero essere scambiati per bozzetti preparatori, i disegni della raccolta non sono nati prima dell’opera su tela ma subito dopo. Dunque non servivano a ideare la composizione ma a proteggere il “diritto d’autore”.

In questo esempio possiamo confrontare il Paesaggio con Enea a Delo del 1672 (un luogo immaginario con un tempio ispirato al Pantheon) e il disegno dello stesso dipinto. In base ai dati inseriti sul libro, quest’opera sarebbe stata creata per un certo Monsieur Dupassy.

Naturalmente, visto lo scopo, i disegni hanno dimensioni del tutto diverse dall’originale e in alcuni casi anche proporzioni leggermente differenti poiché dovevano entrare nei fogli da disegno.

Il dipinto sottostante, per esempio, misura 150 x 198 cm mentre la riproduzione solo 20 x 26 cm. La tela, che raffigura il Matrimonio di Isacco e Rebecca, è stata dipinta nel 1646 per Camillo Pamphilj.

La raccolta venne lasciata in eredità da Lorrain alla figlia per passare poi nel Settecento a William Cavendish, secondo duca di Devonshire. Dopo lo smembramento dei fogli, il passaggio da un palazzo all’altro e la morte del nono duca, verrà ceduta allo stato inglese nel 1957 e conservata al British Museum di Londra, dove si trova ancora oggi. Trattandosi di disegni su carta, dunque un materiale molto delicato e sensibile alla luce, i fogli non sono esposti.

Il nome Liber Veritatis, che si riferisce all’autenticità dei dipinti, non fu dato però da Lorrain: era il titolo del libro che conteneva le stampe dei disegni creati da Richard Earlom (1743-1822) tra il 1774 e il 1777. Quel titolo poi passò a indicare anche i disegni originali di Lorrain.

Nelle stampe è stata utilizzata l’acquaforte per le linee che Lorrain aveva tracciato a penna e la mezzatinta per le zone campite con acquerelli. Ovviamente l’inchiostro è di un solo colore, per cui si è persa la bicromia con toni azzurri dei disegni originali.

Ecco come appare la stampa del primo dipinto dell’articolo, quello con Ulisse.

In questa sequenza possiamo osservare il dipinto di Lorrain con Apollo e le Muse sul monte Elicona del 1680, il successivo disegno dello stesso autore e la stampa di Earlom. Come si può notare, dato che l’incisore non copiò i dipinti ma i disegni (che non erano riproduzioni fedelissime dei quadri), alcune piccole alterazioni hanno allontanato maggiormente la stampa dall’originale. Questo si può notare soprattutto sugli elementi più irregolari, come gli alberi.

Queste stampe hanno avuto immediatamente una diffusione straordinaria, tanto che venivano usate dagli insegnanti di disegno come modelli da copiare e tanti paesaggisti, incluso Turner, impararono a comporre le loro inquadrature da Lorrain grazie a queste immagini.
Un dipinto di John Arthur Lomax (1857-1923) testimonia in modo plateale questo fenomeno.

Nel 1815 il Liber Veritatis fu ricopiato anche da Ludovico Caracciolo (1761-1842), un incisore italiano protetto da Elizabeth Foster, la seconda moglie del 5° duca del Devonshire. Anche in questo caso tra il dipinto originale e la stampa si possono notare evidenti differenze come in questo Panorama con Narciso ed Eco del 1640 a confronto con l’incisione di Caracciolo.

Non ci è dato sapere se alla fine i disegni del Liber Veritatis abbiano effettivamente aiutato Lorrain a tutelare il suo lavoro dai tanti imitatori, ma quel che è certo è che hanno trasmesso a generazioni di artisti una concezione idealizzata del paesaggio che fa ancora parte del nostro modo di pensare la natura.

 

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6 risposte

  1. pietro giannone ha detto:

    molto interessante come sempre

  2. Marino Calesini ha detto:

    Interessantissimo .grazie

  3. Luisa ha detto:

    Non conoscevo questo catalogo opera di Lorrain.
    Grazie Emanuela l’ho letto con grande interesse.

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