Quattro modi per fare i quadri viventi senza fotomontaggio
“Come hai fatto a mettere gli alunni dentro il dipinto?”
Questa è la domanda più frequente delle colleghe di storia dell’arte che vorrebbero ripetere l’esperienza dei tableau vivant. Ma, quando rispondo che sono elaborazioni digitali fatte con Photoshop, si scoraggiano e rinunciano all’esperimento.
Tuttavia si possono fare benissimo anche senza programmi di fotomontaggio. Anche perché, come ho ripetuto più volte, la valenza didattica del quadro vivente sta nell’attenzione che richiede allo studente nel momento in cui si confronta con l’opera d’arte, sta nel cogliere espressioni, dettagli, gesti.
Lo scopo non è quello, puramente artistico, di rifare in modo identico il quadro originale. Tant’è vero che lascio i ragazzi nei loro abiti quotidiani, con tanto di felpe, jeans e scarpette da ginnastica.
Vediamo allora quali sono queste modalità.
1 – Riprodurre una scultura
Riproducendo una statua o un gruppo scultoreo il problema del fotomontaggio è automaticamente risolto. Certo non è più un quadro vivente, ma è sempre un’opera d’arte reinterpretata (possiamo chiamarla, alla francese, sculpture vivant).
Naturalmente, in mancanza di scena che renda immediato il riconoscimento, occorre riprodurre con una certa fedeltà i dettagli della statua o scegliere una scultura molto nota nell’immaginario comune.
2 – Scegliere un’opera con lo sfondo uniforme
Tanti dipinti, soprattutto i ritratti, presentano un fondale omogeneo. Scuro o chiaro che sia, basta una parete, un telo, o un cartoncino colorato, per avere già lo sfondo perfetto. Pochi altri elementi di scena, come un tavolo o una sedia, possono essere oggetti reali opportunamente disposti davanti al fondale.
Ci sono molti quadri che hanno talmente poco sfondo che anche se non viene ricreato non si perde nulla dell’opera originale.
3 – Realizzare il fondale
Se lo sfondo del dipinto è importante tanto quanto i personaggi allora si può ricreare in vari modi. Si può, ad esempio, proiettarlo sulla parete o sulla LIM e posizionare i personaggi davanti (sarebbe perfetto, ad esempio, per rifare la Gioconda).
Oppure si può dipingere al muro, creando una sorta di fondale permanente per riproporre periodicamente il tableau vivant. In alcuni casi può essere anche un modo divertente per scoprire le proporzioni del proprio corpo: è il caso della struttura per fare l’uomo vitruviano realizzata al Museo Mathematikum di Giessen, in Germania.
Poi ci sono anche i casi, come quello di Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto (di cui ho già parlato qui) nei quali l’ambientazione è ricreata fedelmente, dall’abbigliamento alla sfondo. Con qualche dettaglio in meno si potrebbe rifare anche a scuola.
4 – Attualizzare l’opera
Credo che la cosa più interessante e creativa sia reinterpretare l’opera con un’ambientazione contemporanea. L’operazione avrebbe una valenza didattica doppia: osservare attentamente il dipinto e ripensarlo in chiave moderna. Gli esempi sono tanti e ben riusciti.
Si può ambientare la Creazione michelangiolesca in un’officina…
… o la lattaia di Vermeer in cucina.
Oppure, sempre di Vermeer, la ragazza che legge una lettera si trasforma in una fotografa che osserva una stampa.
Si può attualizzare un singolo oggetto, come un cellulare al posto di un libriccino…
oppure uno skateboard al posto del forcone.
Tante opere sono talmente note che non serve neanche richiamare lo sfondo originale.
Comunque venga rifatto il dipinto, l’importante è coglierne lo spirito, scoprirne ogni segreto.
Con o senza Photoshop il risultato sarà sempre un’esperienza intensa e indimenticabile.
Provare per credere!
https://sway.office.com/jHvO6gpQrvKAs8ap?ref=Link
Ho provato ad usare l’applicazione sway ed ho montato alcune foto dei miei studenti…
Se hai voglia prova a guardare!
Bravi!
Ottimo, stavo giusto cercando nuovi spunti e stimoli per fare una installazione artistica! Grazie delle idee
Grazie a te 🙂
Anch’io sono un’insegnante di arte ma nella scuola media e anche a me piace cimentarmi nelle opere viventi . Lo scorso anno con i miei ragazzi abbiamo realizzato gli affreschi della villa dei misteri di Pompei e tantissime altre opere e sono continuamente alla ricerca di nuove esperienze da realizzare con i ragazzi . Confermo la forza educativa di tutto ciò.
grazie per la tua testimonianza, Rosalba!
complimenti vivissimi, professoressa! Avessi avuto un insegnante di storia dell’arte come lei al liceo! Invece avevo un cialtrone che durante la lezione leggeva il quotidiano o faceva le sue cose, mentre noi eravamo liberi di fare il caos…. nsegno inglese e anche a me piace sperimentare nuovi modi di fare lezione per coinvolgere i ragazzi e appassionarli allo studio di questa lingua meravigliosa.
Grazie Lella.
Guardando la deposizione del Pontormo mi rendo conto che i quadri manieristi sono forse i più difficili da riprodurre con persone reali, per le posizioni “impossibili” dei corpi e le deformazioni anatomiche. Comporre un “tableau vivant” da un dipinto di Pontormo, di Rosso Fiorentino, del Bronzino o di Vasari è come giocare a Twister!
Sicuramente! E proprio la difficoltà che incontrano rende più evidente agli studenti questa caratteristica fondamentale della pittura manierista.
Quando arriva la mail di un tuo nuovo articolo è sempre una bella notizia! E mi prendo qualche minuto di pausa per leggere con calma quello che scrivi. Bravissima. Come sempre. GRAZIE
Sono io che ti ringrazio 😉
Grazie! Come sempre grande ricchezza di stimoli e luminosa intelligenza! Un’oasi rinfrescante!!!
Grazie, Emma!
Molto coinvolgente e stimolante. Grazie
Grazie a te, Marcello.
Grazie molto interessante!
🙂
Veramente interessante, grazie!
Grazie a te.
Veramente eccitante: tanti stimoli stanno azionando sinapsi nel mio cervello….G R A Z I E
😀
Da tempo ho abbandonato la fotografia. Wuesto articolo mi ha dato nuovi spunti. Articolo stimolante
Grazie
Che meraviglia!
😀