L’arte nell’Euro: capolavori italiani sulle monete
Sono passati ben dodici anni dall’introduzione dell’Euro in Italia (questo articolo è del 2014) ma non tutti conoscono esattamente le opere d’arte e gli stili architettonici rappresentati sulle monete e sulle banconote.
Gli studenti, in particolare, essendo nati con l’Euro già in corso (o al massimo pochi anni prima) non hanno vissuto il momento del passaggio dalla Lira alla nuova moneta e probabilmente non si sono mai neanche domandati cosa rappresentino le immagini sui loro spiccioli…
Allora sarebbe interessante cominciare subito con il disegno. Per fare cosa? Semplice! Costruire il simbolo dell’Euro seguendo le proporzioni ufficiali stabilite in sede europea. Servono due squadre, un compasso, un goniometro e molta precisione. Ecco lo schema: occorre scegliere un’unità di misura e moltiplicarla per i coefficienti indicati.
Per disegnare questo simbolo gli ideatori hanno cercato di ottenere un marchio che fosse facilmente riconoscibile, semplice da disegnare anche a mano libera e gradevole dal punto di vista grafico. La sua forma è ispirata alla lettera greca epsilon (ε), in riferimento alla Grecia come culla della cultura occidentale, ma anche ad una versione stilizzata della lettera E iniziale di “Europa”. Le due linee parallele orizzontali simboleggiano, invece, la stabilità dell’euro. Se volete conoscere in dettaglio tutta la storia del simbolo e dell’Euro più in generale vi rimando a questo documento.
Naturalmente si tratta di un tipo di attività adatto a chi abbia già una certa dimistichezza con il disegno tecnico. Per i più piccoli si potrebbe proporre un lavoro di frottage, cioè lo sfregamento con matite colorate tale da rivelare i rilievi della moneta posta sotto il foglio.
Ma andiamo ora a studiare le singole monete: occorre specificare subito che hanno una faccia comune in tutti gli stati europei (quella sulla quale è indicato il valore) e un lato specifico per ogni nazione. Per questo lato in Italia sono state scelte, attraverso un sondaggio, delle immagini che rappresentassero l’identità culturale e artistica del nostro paese. Vediamole in ordine.
1 centesimo – Castel del Monte
È un castello voluto da Federico II di Svevia. Costruito tra il 1240 e il 1246 vicino Andria, in Puglia, ha pianta ottagonale e presenta otto torri, anch’esse ottagonali, poste nei vertici del blocco centrale. La funzione non è ancora chiara; forse residenza di rappresentanza, mostra molti elementi dell’arte gotica quali le volte a crociera costolonate all’interno dei vani trapezoidali nei quali sono suddivisi gli interni. Dal 1996 è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
2 centesimi – Mole Antonelliana
Realizzata come sinagoga ebraica tra il 1863 e il 1889 dall’architetto Alessandro Antonelli è oggi il simbolo della città di Torino ed ospita il Museo del Cinema. Quando fu completata era, con i suoi 167 m di altezza, il monumento in muratura più alto d’Europa. Sostanzialmente si tratta di un’enorme volta a padiglione molto slanciata completata da un’altissima guglia.
5 centesimi – Anfiteatro Flavio (Colosseo)
Edificio realizzato nell’antica Roma (72-82 d.C.) dagli imperatori Flavi, era destinato a spettacoli di lotta tra gladiatori, battaglie navali e cacce ad animali selvatici. Capace di contenere oltre 60.000 spettatori, presenta pianta ellittica (asse maggiore di m 188 e asse minore di m 156) con gradinate per il pubblico per un’altezza massima di quasi 50 m. La denominazione “Colosseo” risale all’alto Medioevo quando nei suoi pressi si poteva ammirare una statua colossale di Nerone.
10 centesimi – Venere di Botticelli
Il particolare del volto femminile è tratto dal quadro con la Nascita di Venere dipinto tra il 1484 e il 1486 da Sandro Botticelli ed oggi conservato presso la Galleria degli Uffizi, Firenze. Nella pittura di Botticelli predomina la ricerca di armonia, bellezza ideale ed eleganza delle figure che l’artista rinascimentale ottiene attraverso l’uso di una morbida linea di contorno, di colori luminosi e del riferimento all’arte classica. La Venere, in particolare, è un’icona dell’arte di ogni tempo tanto da essere largamente ripresa e reinterpretata fin dai tempi della pop-art.
20 centesimi – Forme uniche della continuità nello spazio di Boccioni
In questo caso l’opera d’arte è una scultura realizzata nel 1913 da Umberto Boccioni, uno dei massimi esponenti del Futurismo. Si tratta di una figura umana in movimento che, lanciandosi a velocità nell’atmosfera, ne viene plasmata compenetrandosi con essa. La scia lasciata dal moto si solidifica in una sintesi tra figura e spazio. Una delle copie di questo bronzo è conservata presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano.
50 centesimi – il Campidoglio con Marco Aurelio
La scultura, posta al centro della famosa piazza romana progettata nel Cinquecento da Michelangelo, è un famoso monumento equestre in bronzo raffigurante l’imperatore Marco Aurelio (II secolo d.C.). Fu collocato nel Campidoglio nel 1538 per volontà di papa Paolo III Farnese (prima si trovava al Laterano). È un esempio molto raro di bronzo romano in quanto, essendo stato scambiato per un’immagine di Costantino, il primo imperatore cristiano, sopravvisse alla distruzione delle opere pagane avvenuta durante il Medioevo. L’originale è conservato presso gli adiacenti Musei Capitolini per preservarlo dagli agenti atmosferici.
1 euro – Uomo Vitruviano di Leonardo
Si tratta di uno dei disegni più celebri del mondo realizzato da Leonardo da Vinci nel 1490 per illustrare un passo del trattato De Architectura dell’architetto di età romana Marco Vitruvio Pollione (25 a.C.). Attraverso questa illustrazione l’artista dimostra che le proporzioni del corpo umano sono tali da essere inscrivibile in un un quadrato (con braccia orizzontali e gambe unite) e un cerchio (con braccia sollevate e gambe divaricate) il cui centro è nell’ombelico. In tanti avevano provato a disegnare l’Homo ad circulum et ad quadratum durante il Rinascimento ma solo il disegno leonardesco raggiunge la forza di sintesi e di perfezione tali da farlo diventare un’icona.
2 euro – Dante nella versione di Raffaello
Il ritratto di Dante, considerato il padre della lingua italiana, è tratto dal Parnaso, un affresco realizzato da Raffaello intorno al 1510 nella Stanza della Segnatura, uno degli ambienti dei Palazzi Vaticani a Roma. Nel Parnaso si ritrovano, uno accanto all’altro, poeti antichi e moderni (come avviene per i filosofi nell’affresco della Scuola di Atene): Dante, Omero, Virgilio, Ovidio, Saffo, Ariosto etc. In pratica è un’allegoria che simboleggia l’armonia tra passato classico e presente cristiano. Un’immagine simile di Dante si trova anche ne La Disputa, un altro affresco di Raffaello presente nella stessa stanza.
Alcuni particolari, però, sono ripresi da un ritratto di Botticelli del 1495.
Deve essere stata davvero dura selezionare queste otto immagini per le nostre monete: i capolavori e le pietre miliari della nostra tradizione artistica e culturale sono talmente tanti che c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
Perché non provare, allora, ad ipotizzare altre opere d’arte per un conio immaginario? Si potrebbe provare con Giotto, Caravaggio, Bernini, Canova ed altri assenti illustri…
D’altra parte esistono anche altre versioni delle monete italiane, quelle commemorative realizzate per eventi speciali quali il centenario dell’unità d’Italia o i giochi olimpici invernali di Torino 2006.
Vediamo, allora, come fare utilizzando Photoshop o l’analogo Gimp (che ha il vantaggio di essere open source). Selezioniamo una moneta da cui partire, ad esempio quella da due euro di Giuseppe Verdi. Scegliamo un’immagine celebre della storia dell’arte… io ho scelto la Medusa di Caravaggio (un po’ per ironizzare sull’avversione che molti hanno verso la moneta comune!).
Facciamone una versione in bianco e nero e poi utilizziamo il filtro denominato “effetto rilievo” in modo da simulare la lavorazione superficiale dell’immagine. A questo punto occorre solo lavorare sul bilanciamento del colore e creare il fotomontaggio sulla moneta originale. Il nostro falso d’autore è pronto!
grazie per la tua spiegazione
Bellissimo. I ragazzi dovrebbero leggerlo.
Davvero molto bello!
Grazie 🙂
Bellissimo articolo,come sempre sei una fonte inesauribile di idee e conoscenze! Grazie grazie!!!
Stupendo!
Grazie, Claudia!
Sono contenta,di aver. su consiglio di colleghi,intrapreso la conoscenza del vs.blog……quante cose emozionanti e sempre ricche di spunti
e creativita’
Sono supercontenta anch’io, Milla!
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a presto!!!
Mi sono sentita un po’ in colpa… non ho mai fatto davvero caso alle monete.
Bella l’idea della Medusa!
Se i Norvegesi avessero accettato di entrare nell’UE, forse adesso avrebbero messo l’Urlo di Munch sulla moneta di un euro 😉
Un bel percorso, prof.
Grazie Alessandra 🙂
Nei miei tentativi disperati di coinvolgere gli studenti mi sono giocata anche questa carta… cerco frammenti di arte ovunque pur di risvegliarli dal loro letargo! Sfrutto molto, ad esempio, i remake delle opere d’arte nella pubblicità perché è un linguaggio che sentono vicino!
Abbiamo fatto quest’attività in classe qualche mese fa, nata per caso. Nel libro c’era la foto di Castel del Monte e io ho chiesto ai miei alunni se ricordavano di avere visto da qualche parte quell’edificio. Nessuno ci aveva mai fatto caso che fosse rappresentata sulle monete da un centesimo e, a questo punto, ho chiesto di cercare di riconoscere anche le opere d’arte raffigurate nelle altre monete. Alcune sono state riconosciute subito a vista , per altre hanno consultato il libro di di testo di Arte e infine, per quelle che non sono riuscite ad individuare, hanno effettuato una ricerca a casa.
È bello quandi si attivano questi percorsi “spontanei”. Quando l’arte si lega al vissuto quotidiano i ragazzi si appassionano davvero!
Bello! È davvero un peccato che le scuole non siano atrezzate e che molti alunni non abbiano nemmeno un computer per poter svolgere questo tipo di attività.
Grazie comunque per l’idea.
È vero Sonia. Si tratta di attività difficilmente praticabili nelle nostre realtà scolastiche (almeno per quanto riguarda la proiezione delle immagini delle monete e il fotomontaggio digitale). Anche nella mia scuola non abbiamo né LIM né aule informatiche funzionanti.
Questi post sono per me dei promemoria per quando mi troverò ad operare in qualche scuola più attrezzata 🙁