Entrando nei quadri di David…

Patroclo visto di schiena, il giuramento dei tre fratelli Orazi, la Morte di Socrate e quella di Marat, l’elegante Madame Recamier e l’impavido Napoleone che scavalca le Alpi sul Gran San Bernardo.

Questi i dipinti di Jacques-Louis David (1748-1825) che abbiamo “invaso” oggi a scuola.

Come in tutti i casi precedenti l’obiettivo era quello di conoscere meglio la composizione dell’opera attraverso un’attività ludica (dunque non aspettatevi vestiti d’epoca o luci professionali, si fa tutto in classe con gli abiti di ogni giorno).

L’osservazione di Patroclo (1780), uno studio anatomico molto accurato, ha rivelato già la grande enfasi che il pittore riservava alle posture dei personaggi. Un nudo titanico che dà le spalle possenti all’osservatore e che abbiamo già visto proprio nell’articolo sui personaggi visti di schiena.

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Stesso vigore fisico contraddistingue gli Orazi, tre fratelli romani che nel VII sec. a.C. affrontarono i Curiazi, tre fratelli di Albalonga, per dirimere la contesa tra le due città.

Il momento scelto da David è quello più solenne, quello in cui il padre dei ragazzi consegna loro le spade mentre questi giurano di essere pronti a dare la vita per Roma. Sulla destra le donne soffrono in maniera abbastanza melodrammatica ma dignitosa.

L’evento si svolge in un ambiente molto spartano e classicheggiante. Il senso, però, non è legato al semplice racconto storico: è evidente un intento moraleggiante nell’indicare i valori dell’antichità come riferimento etico per il presente.

orazi

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“Si vede che non hai fatto danza classica” ha detto una studentessa ad un impacciato Socrate mentre cercavamo le pose giuste nella scena che ne presenta l’eroica morte. E in effetti, anche quando sono personaggi di alta levatura morale, non manca mai quella grazia che contraddistingue ogni figura neoclassica.

Il momento è drammatico: il filosofo sta per bere la cicuta, il veleno scelto per la sua condanna a morte. Ma ancora, aitante e sereno, continua ad impartire i suoi insegnamenti ad un gruppo di seguaci disperati.

Anche in questa tela il riferimento è alla virtus, all’eroismo dei personaggi pronti ad affrontare il destino con grande consapevolezza.

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Uno dei quadri più intensi di David è sicuramente la Morte di Marat (1793). Dedicato al rivoluzionario francese ucciso a tradimento da Charlotte Corday, una giovane donna appartenente alla fazione avversaria, il quadro ha un impianto semplice e drammatico.

Il braccio, nudo ed abbandonato come quello di Gesù nella pietà michelangiolesca, mostra il vigore della vittima. Marat assurge così al ruolo di un Cristo laico, un uomo che ha versato il sangue (che già riempie la vasca da bagno) per il suo popolo.

Un contrasto quasi caravaggesco fa risaltare l’eroe su uno sfondo ombroso. La luce, che lo colpisce alle spalle, conferisce volume al corpo e sottolinea il silenzio del momento.

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Una luce simile si può trovare nel ritratto della bella Madame Recamier (1800). Ma stavolta non c’è nulla di drammatico: l’elegante signora, vestita alla greca, si adagia mollemente su un divanetto a due braccioli che da quel momento in poi si chiamerà proprio “recamier”.

Pochi oggetti, in quello stile neoclassico che in onore di Napoleone sarà definito “stile impero“, arredano la stanza.

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E proprio a Napoleone Bonaparte è dedicato l’ultimo quadro di cui ci siamo occupati. Si tratta di un ritratto molto idealizzato (pare che il grande condottiero fosse basso e tarchiato, non esattamente il fustacchione del dipinto) che lo vede su un bel destriero rampante pronto a valicare le Alpi (1801).

Sulle rocce in basso a sinistra sono incisi i nomi di chi aveva compiuto la stessa impresa prima di Napoleone: niente meno che Annibale e Carlo Magno! Ed ecco che arriva lui: mantello al vento e piglio deciso, pronto lasciare il suo nome nella storia.

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Un artista, David, che a dispetto della corrente neoclassicista di cui fa parte (che lo vorrebbe tutto preso dall’imitazione della bellezza classica idealizzata) si dimostra passionale e coinvolto, capace di celebrare i suoi eroi con vera partecipazione emotiva.

Ed è questa intensità che i ragazzi hanno cercato di cogliere, immedesimandosi nei personaggi e lasciandosi trasportare dalla loro grandezza d’animo.

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15 risposte

  1. Pamela ha detto:

    Ti scrissi già tempo fa, esprimendoti tutta la mia stima! Quest’anno ho deciso, provo a chiedere il trasferimento al liceo classico per insegnare Storia dell’arte, dopo 28 anni di insegnamento sul sostegno . Tra i mille dubbi e le paure che mi assalgono, una delle cose che più mi tranquillizza e la certezza che Didatticarte mi consentirà di placare la mia ansia. Grazie davvero!

  2. Gian Maria ha detto:

    Bravi!

  3. sandra ha detto:

    Excelente!! Me encanta! Yo me dedico a la pintura artística y quisiera preguntar si es posible, me autoricen a pintar al óleo, alguna de sus producciones. Es una idea fascinante.!! Desde Argentina. Rizzieri. Sandra

  4. valerio b. cosentino ha detto:

    oddio, rileggo adesso, mi derido e mi scuso.
    scrivo a parte o a mano, e mi è saltato un copia e incolla.

  5. Sonia ha detto:

    Bellissimo lavoro, ho provato anch’io anni fa ma senza “scenografia”.
    Usi qualche programma particolare per inserire gli elementi dei quadri?
    Ciao!
    Sonia

    • didatticarte ha detto:

      Ciao Sonia
      per i fotomontaggi uso Photoshop. Facciamo le foto in classe, poi ritaglio gli studenti e li applico sul quadro avendo cura di cancellare i personaggi originali e ritoccare luci e ombre.

  6. valeriob cosentino ha detto:

    vorrei tornare a scuola, lì sì che vi divertite…. 🙂

    • didatticarte ha detto:

      Con me sì… non è detto che succeda anche nella altre materie! 😉

      • valerio b. cosentino ha detto:

        be’, così no: hai altri mezzi nella civiltà dell’immagine. però
        un professore di matematica, uno di disegno (era Incorpora): dipende molto dalle persone che insegnano
        comunque ti invidio, e vuole essere un complimento 😉

      • didatticarte ha detto:

        Non mi è molto chiaro il tuo commento, ma se dici che è un complimento ti ringrazio!

  7. paola ha detto:

    Lo penso da tempo ma dopo questo post lo scrivo anche: tu sei un genio della didattica!!! Evviva gli insegnanti preparati, motivati, entusiasti, impegnati e inventivi come te. Ce ne sono ancora in giro, per fortuna, nonostante gli ostinati tentativi di distruggere la scuola pubblica. Invidio bonariamente i tuoi allievi. Spero che le mie figlie nel loro percorso scolastico abbiano la fortuna di imbattersi in persone come te (una delle due, attualmente in prima elementare, un maestro straordinario l’ha già trovato a dire il vero…)

    • didatticarte ha detto:

      Grazie!!! In realtà non sono una vera esperta di didattica, vado per intuizioni e, prima ancora di trasmettere conoscenze, cerco di raggiungere il mio obiettivo principale: far appassionare all’arte in tutte le sue manifestazioni 🙂