Il mondo visto da un’altra prospettiva: l’arte dell’anamorfosi!

Sembra una parola complicata, in realtà l’anamorfosi non è altro che un’immagine fortemente distorta che acquista la «vera forma» solo quando l’osservatore si dispone in una particolare posizione molto inclinata rispetto al suo piano.

Ogni giorno vediamo delle anamorfosi attorno a noi: la segnaletica stradale orizzontale (come la scritta “stop“, il pittogramma della bicicletta, etc…) è sempre anamorfica affinché le scritte appaiano leggibili da un punto di vista molto radente.

Gli appassionati di calcio, inoltre, possono osservare un tipico esempio di anamorfosi nelle pubblicità della TIM poste accanto alle porte di calcio: dal punto di vista delle telecamere appaiono due pannelli verticali con il logo dell’azienda, in realtà sono due tappetini stesi ai lati della porta.

Proprio per i suoi effetti ottici sorprendenti, l’anamorfosi è stata sfruttata spesso nella pubblicità, anche negli spot video. Ecco un paio di esempi molto ben riusciti:

Ed ecco svelati tutti i segreti del secondo spot con un dietro-le-quinte davvero istruttivo!

Ma cerchiamo un attimo di capire come funziona l’anamorfosi: tralasciando le questioni relative alla visione binoculare e stereoscopica, nella visione prospettica monoculare noi vediamo le immagini come se fossero proiettate su un piano trasparente verticale. Se vi osserviamo un triangolo verde posto verticalmente, tale immagine corrisponde sia ad un triangolo realmente verticale che ad un lunghissimo triangolo orizzontale. È possibile, quindi, realizzare delle immagini piane poste sul pavimento che appaiono svettare verso l’alto, o forme comunque distribuite su più superfici che si ricompongono solo da un determinato punto di vista.

Nel caso in cui l’immagine sul piano vada osservata da una posizione inclinata si ha una anamorfosi ottica, originata da una trasformazione proiettiva e quindi soggetta alle regole della prospettiva, ma applicata in senso inverso; quando l’immagine, invece, viene riflessa su uno specchio curvo si ha una anamorfosi catottrica che somma la trasformazione proiettiva, quella topologica e quella dovuta al fenomeno della riflessione.

La relativa semplicità di generazione di una anamorfosi ottica ne ha fatto la fortuna già nel XVI sec. in concomitanza con la fioritura degli studi e delle applicazioni della prospettiva. I primi originali spunti su questo tema sono, come al solito, rintracciabili in Leonardo (una testa e un occhio, in particolare) mentre un allievo di Dürer, Erhard Schön (1491-1542), fu, in quell’epoca, il più prolifico realizzatore di questa nuova e bizzarra forma di disegno con i suoi ritratti anamorfici di personaggi illustri da osservare in modo radente.

Nella prima metà del Cinquecento l’anamorfosi ottica ebbe grande fortuna nel Nord Europa non solo come semplice curiosità, ma come composizione che, solo ad un occhio esperto, rivelasse significati nascosti di natura religiosa, politica o erotica. L’uso in chiave simbolica di figure anamorfiche inserite nei dipinti è testimoniato per la prima volta negli Ambasciatori del 1533, opera del tedesco Hans Holbein. Qui la figura che appare in basso al centro non è altro che l’anamorfosi di un teschio, simbolica allusione al trionfo finale della morte su tutte le attività umane, richiamate con la raffigurazione di strumenti della scienza e dell’arte.

Il grande successo di questa tecnica grafica si ebbe nel Seicento, grazie anche al contributo sostanziale di Jean François Niceron. Il religioso francese, oltre all’attrazione scientifica per questo tema, ritrovava in queste visioni addirittura significati teologici.

Tra le sue innumerevoli opere ci sono anche anamorfosi coniche, cioè visibili solo arrotolando l’immagine a formare un cono.

Un esempio di grandi dimensioni, sempre dell’età barocca, è un affresco lungo ben 6 m dipinto da Emmanuel Maignan a Trinità dei Monti a Roma. Solo osservandolo di scorcio si può cogliere San Francesco di Paola in preghiera.

E che dire della cupola della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, sempre a Roma? Qui l’artista seicentesco Andrea Pozzo, oltre agli affreschi sulla volta, offre uno sbalorditivo saggio della sua rigorosissima sapienza prospettica fingendo su una tela piatta circolare la presenza della cupola all’incrocio tra navata e transetto (da osservare da un punto preciso indicato nel pavimento). Portandosi esattamente sotto la cupola si può scoprire l’inganno: si tratta di un dipinto bidimensionale realizzato attraverso una prospettiva a quadro orizzontale.

Oggi con le anamorfosi, ottenute da semplici software, si possono creare altre sorprendenti illusioni ottiche spaziali, sia al chiuso che all’aperto. Un vero artista in tal senso è lo svizzero Felice Varini con le sue forme geometriche che sembrano fluttuare sulle architetture.

Spesso l’anamorfosi è usata nella street art. Molti artisti realizzano immagini più o meno complesse sul pavimento di piazze e marciapiedi; altri ne hanno fatto degli interventi di riqualificazione urbana vera e propria (come il collettivo spagnolo Boa Mistura nelle favelas di San Paolo del Brasile).

Uno degli artisti più noti di 3D street-painting è Leon Keer, autore di memorabili realizzazioni sulle strade di tutto il mondo!

Edgar Mueller, invece, è specializzato in baratri e voragini spaventose, tutti rigorosamente anamorfici, come quelli che vedete qui sotto.

Un altro famosissimo autore di splendide figure anamorfiche è Julian Beever (è suo il globo terrestre pubblicato più sopra). Ha disegnato sui pavimenti di mezzo mondo bottiglie, animali e oggetti che sembrano davvero materializzarsi in tre dimensioni salvo poi spostarsi di lato e scoprire l’inganno…

Notevoli anche le opere di Kurt Wenner, soprattutto le vasche in cui si immergono strani esseri infernali…

Non è necessario, comunque, avere spazi enormi per fare disegni anamorfici: Muhammad Ejleh, ad esempio, li fa nello spazio di un album da disegno, con risultati altrettanto stupefacenti (e svelandoci anche il trucco…).

Come poter creare gli anamorfismi anche a scuola, con gli studenti? Software a parte, esiste un mezzo semplicissimo quanto potente per creare qualsiasi immagine anamorfica a terra o sulle pareti, sul quaderno o sulla lavagna: il videoproiettore! Basta proiettare l’immagine su una superficie in modo radente e ricalcarne i bordi. Se osservata dallo stesso punto di vista da cui era stata proiettata, l’immagine apparirà perfetta e soprattutto tridimensionale (ma è meglio osservarla con un occhio solo oppure fotografarla).

L’esempio qui sotto mostra come fare.

Credo che dopo aver fatto esperimenti del genere gli studenti saranno senz’altro più pronti a comprendere il disegno in prospettiva nella sua complessità e in tutto il suo fascino! Se non è learning by doing questo!

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36 risposte

  1. Rolando ha detto:

    Complimenti Emanuela ! Lei ha una capacità invidiabile di rendere comprensibile anche gli argomenti più ostici. Ammetto che io stesso ho dovuto penare tra biblioteche e monasteri per comprendere il mistero geometrico delle anamorfosi. Ho visto che ha usato un’immagine dal mio blog Lazio segreto, spero le sia stato utile leggerne anche il contenuto 🙂

  2. Marino Calesini ha detto:

    Sempre interessantissimo

  3. Mariano Bottoli ha detto:

    da alcuni anni ne realizzo su grandi tele o direttamente al suolo ,ed ho trovato che il tronco di cono rovesciato risulta più vantaggioso del cilindro .Consente allo spettatore di vedere un’immagine più estesa senza doversi avvicinare troppo. Visitabile a Palazzo ducale di Mantova in occasione della mostra “Con nuova e stravagante maniera” Giulio Romano ..fino al 6 gennaio 2020, cortile d’onore ,presso le stanze di Isabella d’Este .

  4. PaoloB ha detto:

    stupefacente !
    grazie.

  5. roberto PARRAVICINI ha detto:

    Vorrei recuperare un software che mi permettadi creare una immagine anamorfosi

  6. Diego Totis ha detto:

    Interessantissimo, come al solito.
    Grazie

  7. Gianfranco ha detto:

    Bene, allora azzardiamo ancora di più.
    Avvicinandoci da destra l’unica parte in proporzione è il braccio, su cui cade inevitabilmente l’occhio, anzi la mente dell’osservatore (Gestalt?). Il braccio evidenzia il gesto ed apre la visuale che si completa portandoci fisicamente al centro.
    Antesignano anche di arte cinetica?
    Chissà!

  8. Gianfranco ha detto:

    Come ben evidenzi, si parte sempre da Leonardo:
    https://www.youtube.com/watch?v=qrlrK_ndRTc
    Interessante questa lettura delle apparenti sproporzioni dell’Annunciazione.

    • Di quel braccio non mi faccio una ragione. L’ipotesi anamorfosi non mi convince: una vista radente può accorciare il braccio riportandolo a proporzioni accettabili ma deforma e stringe tutto il resto. Un esperimento come il teschio di Holbein? Ma è troppo timido, poco visibile. I miei studenti non si accorgono dell’anomalia fin quando non gliela faccio notare io.
      Personalmente credo che sia stato semplicemente un modo per evidenziare meglio il gesto: volendo mostrare la Madonna in modo quasi frontale, questa non avrebbe potuto sfogliare il libro con la sinistra, altrimenti il braccio sarebbe passato davanti al busto. Ma usando la destra (sulle pagine di destra del libro, ovviamente) non sarebbe stato visibile il gesto delicato della mano perché avrebbe sfogliato il lato che noi non vediamo. Allora ha forzato quel braccio facendogli fare un gesto naturale per la sinistra, ma impossibile per la destra.
      Chissà!

  9. Tommaso ha detto:

    Ottimo ed esaustivo! Il tuo blog è sempre un punto di riferimento.

  10. andrea ha detto:

    Ottimo! Un modo semplice per parlare di prospettiva, effetti prospettici e illusione ottica.

  11. Gabriella Speranza ha detto:

    molto interessante, mi piacerebbe poter vedere altre cose dipinte in questi modi.
    L’inserimento dei video è una felice intuizione. In particolare ho trovato bellissimo quello delle luci sul palazzo (credo) russo. Grazie!

  12. Giselda frau ha detto:

    Questo blog e’ straordinario……Emanuela sei bravissima! I link son delle vere lezioni. Grazie.

  13. Max ha detto:

    Ciao Emanuela,
    grazie per questo blog!
    Ti segnalo questo bel video della band OK GO, ispirato alla street art e alle tecniche di anamorfosi.
    La cosa simpatica è che è stato girato tutto in presa diretta, senza montaggio video.
    http://youtu.be/m86ae_e_ptU

    • didatticarte ha detto:

      Grazie della segnalazione, Max. Il video è fantastico! Piacerà senz’altro anche ai miei alunni 😀

  14. Pierluigi Assogna ha detto:

    Immagini molto efficaci e belle. Complimenti!

  15. Luisa ha detto:

    Sei straordinaria.grazie perché’ in me susciti sempre l’idea della trasferibilità’ delle competenze che il mio sogno nel cassetto.

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