Cogli lo spirito classico… fai la foto ad un panneggio!

Lo spunto mi è venuto in classe: cercavo di spiegare ai ragazzi la novità del panneggio nell’arte greca e ho sollevato la mia giacca per mostrare il chiaroscuro che si forma tra le pieghe. E in quell’istante, IDEA!

“Ragazzi, vi lascio un compito: create un panneggio con un tessuto che avete in casa e fate una fotografia”

Ma prima, per sicurezza, abbiamo cercato il significato esatto del termine panneggio: “insieme di pieghe di un tessuto disposte armoniosamente“.

Dunque, non fate la foto alla vostra felpa accartocciata (anche se è così che la lasciate sul divano), ma scegliete un tessuto abbastanza grande, senza disegni, e drappeggiatelo come avrebbe fatto uno scultore greco. Potete appoggiarlo allo schienale di una sedia oppure avvolgerlo addosso a nonna (lei vi vuole bene, capirà).

Ma attenzione! Oltre a disporre le pieghe con grazia, nella foto dovete inquadrare solo il panneggio e soprattutto usare la luce laterale di una finestra per dare il chiaroscuro. Vietato il flash, il lampadario e qualsiasi luce frontale!

Per far capire ai ragazzi il ruolo fondamentale della luce nella riuscita di un panneggio, ho scattato due foto della stessa maglia, con luce frontale e con luce di taglio. La differenza è lampante!

Panneggio luce

E così hanno cominciato i loro esperimenti in chat. Un intero sabato pomeriggio passato sul gruppo “II A – arte” pubblicando le loro foto, commentando quelle degli altri, dandosi consigli a vicenda.

In poche ore i lavori sono migliorati visibilmente.

Chi aveva già mandato una foto, dopo aver visto quelle degli altri, ha riprovato per ottenere risultati più interessanti.

Qualcuno ha consigliato il raso sconsigliando, invece, il cotone. Ma qualcun altro li ha voluti provare tutt’e due.

Molti hanno scelto il rosso, con risultati davvero suggestivi.

Altri hanno preferito toni chiari, anche con qualche cenno di ambientazione.

Una di loro ci ha mandato i suoi esperimenti in diretta dalla spiaggia (beata lei!), fotografandosi il pareo. Prima controluce e poi con la luce di fianco. Basta poco per scoprire gli effetti del chiaroscuro sulle pieghe!

In poche ore hanno scoperto abbinamenti di tessuti e direzioni delle luci sempre più d’effetto.

E ci hanno preso gusto a tal punto che ad un certo punto qualcuno ha modificato il nome della chat, con un nuovo avatar e una denominazione ad hoc…

Un piccolo esercizio, in fin dei conti. Ma che permette di far diventare pratico anche un aspetto così teorico della storia dell’arte. Perché se l’apprendimento non è attivo, da protagonisti, si impara davvero poco. E non perché sono loro, i ragazzi, ad essere distratti e svogliati, ma perché siamo noi, esseri umani, fatti così. Impariamo quando facciamo qualcosa e mettiamo in moto contemporaneamente mani, occhi e cervello.

 

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

SalvaSalva

Potrebbero interessarti anche...

21 risposte

  1. Antonio Manno ha detto:

    Nei greci il panneggio assume forme autonome dove la stoffa giace su un piano e su se stessa. Altrettanto affascinanti sono i tessuti che poggiano e avvolgono i corpi, nascondendoli, velandoli, evocandoli o aderendovi fino alla trasparenza in quello che si definisce come effetto bagnato. Grazie per le sue sperimentazioni.

  2. Gaspare ha detto:

    Stunning!

  3. Elena (artoblog) ha detto:

    Complimenti per l’idea!
    La prima volta che la mia professoressa di storia dell’arte mi ha parlato di panneggio non ho ben colto la maestria degli scultori greci nel realizzare il gioco di pieghe. Ho dovuto vedere dal vivo una statua classica per capirlo. Invece, con il tuo metodo fotografico sono sicura che i tuoi allievi sono riusciti ad apprezzare immediatamente quello che, all’apparenza, poteva sembrare solo un elemento stilistico!

  4. Elisa ha detto:

    Stupendo. Complimenti ai tuoi studenti che si sono lasciati coinvolgere ed entusiasmare. Complimenti a te per l’ottima idea ; )

  5. Marino Calesini ha detto:

    Bella esperienza !! giocare con la luce , fantastico

  6. Valentina ha detto:

    Grazie Emanuela! Domani mi servirò di un tuo post in terza per lanciare una riflessione sulla tutela dei beni culturali e presto mi servirò di questo x far fare il primo lavoro con smartphone ai miei bimbi di prima. Mi piace veramente molto come insegni!

  7. Maria Teresa ha detto:

    Bellissimo ! Lo faccio appena ci arrivo ! Spero in prima ! Ma che dici si può fare un gruppo fb con i ragazzi, tipo strachiuso… O è proibito ?

    • Non esistono proibizioni per legge. Io il gruppo con i ragazzi ce l’ho su Whatsapp perché non tutti sono iscritti su Facebook. Ma puoi anche usare piattaforme dedicate come Edmodo, dove creare una classe virtuale, con tanto di forum e area per la consegna.
      La cosa comunque va valutata classe per classe. Alcuni non hanno la maturità di lavorare in modo serio e responsabile e il gruppo diventa subito caciara. Per altre classi invece è un arricchimento.

  8. Salvatore Bonincontro ha detto:

    Beh, del resto anche il cervello è di suo un armonioso panneggio e tutti gli esercizi che ne conservano le pieghe sono buoni esercizi, come questo: mettere di fronte i ragazzi davanti a qualcosa di in-spiegabile facendogli vedere quanto sia migliore di una cosa s-piegata. Brava prof.

  9. Luisa ha detto:

    Ottimo spunto. Da riprendere in classe. Grazie Emanuela.

  10. Tatiana ha detto:

    Avette ottenuto dei bei risultati! Mi piace il lino, la seta, mi sembrano più adatti quando parliamo di antichità ma bello anche sperimentare con i tessuti moderni.

  11. Antonella Mazzobel ha detto:

    Quando si dice “creare dal nulla”! Solo una geniale come te può permettersi di farlo.
    Insisto: Emanuela, sei MITICA!