Cronaca di un compito in classe di storia dell’arte

C’è chi prepara le fisarmoniche.

C’è chi mette biglietti nel vocabolario.

C’è chi scrive le risposte sul banco.

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Tutto inutile… io li frego tutti! Perché i miei compiti in classe non si possono copiare. Devi ragionare, devi capire, devi osservare, devi fare considerazioni personali.

Quello di oggi, ad esempio. Una terza nella quale abbiamo affrontato il Rinascimento in generale e poi Ghiberti, Brunelleschi e Alberti.

Primo esercizio in ‘stile Marzullo‘: fatti una domanda e datti una risposta. Gli studenti, in pratica sono chiamati a formulare il quiz stesso inserendo sia la risposta esatta che quelle errate (ma verosimili).

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A parte il fatto, evidente, che bisogna conoscere la risposta corretta, occorre avere una tale confidenza con l’argomento da riuscire ad immaginare dei distrattori (cioè le alternative non esatte) che siano possibilmente plausibili o parzialmente veri. Sembra un gioco da ragazzi, invece è molto impegnativo.

La verità è che è più difficile fare le domande che dare le risposte!

Il secondo esercizio è dedicato a Lorenzo Ghiberti e alle sue due porte per il Battistero di Firenze.

porte-ghiberti-battistero

In questo caso si tratta di un’operazione di sintesi. Per descrivere la Porta Nord bisogna scrivere un tweet (140 battute, spazi inclusi), per la Porta del Paradiso invece sei hashtag significativi (quelle parole o brevissime frasi che seguono il simbolo # sui social).

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Un linguaggio familiare, per i ragazzi, ma non frequente in ambito scolastico. Perché usarlo a scuola? Ancora una volta: solo se hai fatto davvero tuo l’argomento sei in grado di coglierne l’aspetto fondamentale, il succo, e poi esprimerlo con estrema sintesi. Ti obbliga a capire. Ti obbliga a scegliere con cura le parole.

Non me lo sono inventato io. Ci sono diversi docenti che lavorano molto con Twitter. ‘Quello di arte‘ spiega la storia dell’arte in tweet; Gianni Piccirillo li fa scrivere ai suoi alunni usando un apposito hashtag: #p_Arte.

Terzo esercizio: la mappa sulla cupola di Brunelleschi.

cupola-brunelleschi-firenze

Ho già parlato dell’efficacia dell’organizzazione visiva del sapere. Ma la mappa, oltre che per lo studio, può servire anche per la verifica. Le parole inserite nei nodi e la logica dei nessi di collegamento sono il vero elemento creativo. Da quelli capisco come sono state decodificate e interiorizzate le informazioni, in che modo si sono strutturate, che gerarchie hanno assunto.

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Chiaramente non c’è una risposta giusta, e così per gli altri esercizi. Per valutare la ‘correttezza’ del compito guarderò alla coerenza interna di ogni parte, alla logica utilizzata e, chiaramente, alla pertinenza dei contenuti.

Ma il compito non finisce qui. C’é un quarto esercizio: il confronto (forse già sapete quanto io creda in questo approccio). Osservare, scoprire, paragonare e raccontare. Non è richiesta sintesi, stavolta, ma un’articolazione approfondita del pensiero, una lettura originale e personale di opere che non sono state studiate in precedenza.

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Anche se sconosciute agli studenti, abbiamo lavorato tanto sul linguaggio rinascimentale, abbiamo approfondito alcune opere di Brunelleschi e di Alberti, dunque abbiamo tutto ciò che ci serve per scoprire le peculiarità di questi due edifici. In questo modo verifico contemporaneamente conoscenze (le nozioni) e competenze (la capacità di applicare in modo originale le conoscenze).

Insomma, i miei ragazzi lo sanno: conoscere il libro a memoria serve a poco. Bisogna fare il salto di qualità, avere l’arte non solo in testa, ma nelle mani e nel cuore.

Era un test terribilmente difficile, ma altrettanto stimolante. Tanto che una studentessa, appena l’ha letto, ha esclamato: “Bello questo compito!“.

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48 risposte

  1. maria teresa alicata ha detto:

    ciao Emanuela, mi piacerebbe sapere che griglia di valutazione usi per compiti di questo tipo. Vorrei proporli, ma la questione della valutazione mi lascia perplessa. Nel liceo dove insegno ad ogni prova scritta o grafica bisogna allegare una griglia di valutazione della stessa. Come impostarla? Ho cercato tra i tuoi post qualcosa circa la spinosa questione della valutazione, ma non ho trovato nessuna indicazione precisa. Invece io per principio ci tengo molto alla trasparenza della valutazione, a condividerne i criteri e spingere per l’autovalutazione . Sarebbe bellissimo potersi confrontare su questi temi! Un post sulla valutazione degli elaborati sarebbe chiedere troppo ?

    • In verità l’argomento valutazione non mi appassiona molto. Non ho mai usato griglie: per questi test stabilisco il punteggio massimo per ogni quesito e poi ne attribuisco la percentuale che corrisponde alla completezza della risposta, alla sua correttezza e alla sua espressione formale. Diciamo che è una griglia mentale che però mi consente di non irrigidire le valutazioni e di poter anche valutare due risposte simili con un voto un po’ diverso in relazione alle capacità di partenza dello studente. Se osservo che c’è stato un grande impegno per arrivare al risultato al quale un altro arriva con pochissimo sforzo mi piace che questo progresso sia premiato.
      Per il resto non do grande importanza ai numeri. Ai ragazzi, più che i voti, preferisco spiegare dove hanno fatto bene e dove e come dovrebbero, invece, migliorare.

      • maria teresa alicata ha detto:

        grazie mille per la tua risposta. Si vede che al sud si è un pò più flessibili in questo senso e tu hai un margine piuttosto ampio di manovra: qui nel profondo nord le griglie di valutazione vanno allegate ad ogni compito per decisione collegiale. Avendo io 10 classi con una media di 25 studenti a classe non nego che infine la soluzione presenti dei risvolti pratici: dedico una lezione a illustrare le griglie e poi facciamo una prova di autovalutazione. In questo modo mi sembra di farli partecipi del processo di valutazione e dargli modo di “sapere cosa aspettarsi” da una verifica di storia dell’arte o grafica che sia. Ovvio che poi ognuno ha i suoi tempi, le sue risposte, i suoi periodi più o meno positivi e i suoi argomenti preferiti e nella valutazione si tiene conto anche di questo. Inoltre su ogni compito scrivo un commento di spiegazione ed eventuali suggerimenti. Manca oggettivamente il tempo per dedicarsi ai colloqui individuali al momento della consegna degli elaborati corretti. Grazie comunque !

      • In verità la mia scuola chiede di usarle, sono io che non ne tengo conto. Per scelta, come ti dicevo.
        Per altro le mie classi hanno un media di 15 alunni per cui posso dedicare un’ora intera alla consegna chiamando alla cattedra ogni studente e rileggendo assieme il compito e tutti gli errori fatti. Non ho mai avuto contestazioni né dagli studenti né dai genitori.

  2. Cristina ha detto:

    Scusa, avrei una domanda.
    Io riscontro una preoccupante diminuzione dei ragazzi nella formulazione di un discorso dotato di senso logico e di compiutezza, il tuo compito è molto bello, ma non viene meno la possibilità di valutare questa competenza?

    • Naturalmente non tutti i compiti sono così (anche se l’ultimo quesito richiede una trattazione personale non sintetica ma ben argomentata). Generalmente il test prevede domande aperte nelle quali chiedo di confrontare opere, autori o movimenti. In quel caso, anche se do un limite di spazio, la costruzione della risposta conta molto.

  3. Siria ha detto:

    Salve sono una professoressa volevo sapere dove posso trovare questi test, perché li vorrei far fare ai miei alunni, la ringrazio anticipatamente, attendo risposta

  4. teresa maria radice ha detto:

    come sempre fonte d’ispirazione…intelligente e creativa!

  5. Lalla ha detto:

    Creativo-innovativo-stimolante ! E x la correzione come sono stati organizzati i punteggi delle vatie risposte ?

  6. Emanuela ha detto:

    Emanuela, ormai sono in completa dipendenza. Quando posso apro il tuo sito e vado a curiosare. Insegno alle Medie ma ti ho già rubacchiato l’idea della mostra e dell’intervista ad un autore. Il risultato è stato entusiasmante, i miei alunni hanno tirato fuori il meglio della loro creatività. Ma essenzialmente ti seguo perchè mi piace leggere la varietà di cose che fai e che pubblichi.
    Che dire….. brava, brava, brava!

  7. Gaspare ha detto:

    Tu sei un genio!

  8. Roberta ha detto:

    Una mia alunna invece, di fronte a un test impostato con la stessa logica, ha esclamato: ” ma perché devo studiare tanto se poi lei nelle verifiche mi chiede solo di ragionare…”
    Possiamo cambiare alunni ?

  9. france ha detto:

    sei strepitosa, spero di diventare brava come te!

  10. Rosa ha detto:

    Complimenti davvero per tutto il materiale che tratti in questo sito! Buona giornata!

  11. sonia ha detto:

    Splendido!
    Complimenti!
    Adesso però devo tornare alla tradizione con l’inserimento dei punteggi… 🙁

    Grazie
    Buona serata

    Sonia

  12. Elisa ha detto:

    Mi piace molto l’idea delle risposte da formulare…LA COPIO ; )
    Un caro saluto. Elisa

  13. renata guadalupi ha detto:

    Bravissima come al solito!
    Ti regalo un piccolo aneddoto della mia permanenza alle medie che starebbe benissimo nel tuo test:
    D.:Che cos’è un arco rampante?
    R.: Un arco che scaglia le frecce molto, ma molto più lontano
    Logicamente gli ho dato 10!

  14. Marino Calesini ha detto:

    ok

  15. Tiziana Ippolito ha detto:

    Ottimo spunto!!!!!!! Seguirò il Tuo esempio… vediamo cosa ne uscirà!! Grazie mille!!!

  16. Alesatoredivirgole ha detto:

    Emanuela, ora puoi dirci la verità…
    Tu non sei di questo pianeta, vero?
    Pensi con gli occhi, vedi con la mente e riassumi col cuore.
    E’ così che si vede il mondo dall’Asteroide B612…?
    Grazie! 🙂

  17. Ivana Trevisani ha detto:

    Bravissima. Anche un buon insegnante deve lavorare molto per preparare un compito in classe.
    Primo: evitare agli alunni ogni possibilità di fare i furbi: La scuola come primo esempio di onestà e responsabilità personale
    Secondo: valutare la capacita di rielaborazione e sintesi di quanto appreso.
    Terzo: stimolare la CREATIVITA’ (aspetto molto trascurato dalla scuola tradizionale). Un mezzo molto efficace per appassionare gli alunni all’apprendimento.
    Per gli insegnanti delle superiori una serie di suggerimenti nelle ultime pagine del mio libro il cui link si trova in calce

  18. Luisa ha detto:

    Grazie per questo interessantissimo spunto .lo adatterò per le mie discipline , insegno latino e greco.magari se vuoi posso inviarti un fac simile ed avere con te un confronto

  19. Elle ha detto:

    Ah, se ripenso ai compiti in classe che facevo a scuola! Per me la sfida era usare parole diverse da quelle dei miei appunti, perché i miei quaderni giravano per la classe fotocopiati in formato 4×4 cm, e nessuno cambiava mai le mie parole quando copiava: dovevo farlo io nel mio compito per non vederlo annullato perché uguale a un altro 😉 Se nessuno avesse voluto copiare da me avrei svolto un compito abbastanza noioso, ma naturalmente ora che vedo i tuoi compiti in classe mi rendo conto che le mie “sfide” erano ben poca cosa e ben banali, rispetto a quelle che affrontano i tuoi studenti. Mi è sempre piaciuto vedere le cose da un’altra prospettiva, e quando sai la risposta è terribile dover essere brevi, mi sto dilungando, ecco: è un compito stupendo e fa venire voglia di tornare a scuola. Grazie 🙂
    Buona giornata!

  20. Antonella Mazzobel ha detto:

    Geniale!!!
    Emanuela, lei è… puro talento e smisurata passione!
    La classe non si “sciacqua”!
    Battuta (ma anche no!): Ministra subito!
    Quanto ho imparato e imparo da lei! Grazie!!!

  21. sileno ha detto:

    Ogni post che pubblichi, apri una finestra su un mondo nuovo, veramente fortunati i tuoi allievi!

  22. Paola ha detto:

    Concordo con te, gli alunni di Emanuela sono fortunatissimi, ma a quanto pare anche i tuoi, Fausta, e quelli di Giulia, visti il vostro entusiasmo e voglia di mettervi in gioco. La scuola va svecchiata e ha bisogno di insegnanti come voi! Continuate così.

  23. Paola ha detto:

    Ogni volta che leggo un tuo post mi convinco sempre di più che sei una fuoriclasse dell’insegnamento, ma quello di oggi me ne dà la conferma definitiva. Grazie.

  24. Fausta ha detto:

    …. Straordinaria come sempre…. Quanto sono fortunati i tuoi alunni !!!
    Proverò con i miei piccoli campioni semplificando magari gli argomenti … Chissà ….
    Che fortuna averti conosciuta

    • Grazie, carissima! Secondo me è applicabile anche nel I° grado. prova e fammi sapere 🙂

      • Liz ha detto:

        Molto interessante e creativo, ma per gli alunni BES, DSA, o con dislessia non va bene. Per la secondaria di primo grado ci vuole qualcosa di più guidato, come ci indicano di fare continuamente.

      • Non ho proposto un compito standard ma ho raccontato l’esperienza di una classe (tra l’altro di secondo grado e senza alunni con bisogni educativi speciali o disturbi specifici dell’apprendimento).

  25. Giulia Pisana Colucci ha detto:

    ma sei incredibile!!!!!bellissimo, seguirò i tuoi esempi, grazie mille