Le mappe del sapere

Trovo molto interessante, per lo studio della storia dell’arte, l’uso di mappe per la visualizzazione delle conoscenze. Credo molto nell’efficacia della memoria visiva e della comunicazione per immagini.

Cercando di approfondire questi argomenti ho trovato due documenti particolarmente utili: “Le mappe concettuali di Novak come strategia per l’apprendimento” e “Mappe concettuali nella didattica“.

La mappa concettuale, a differenza della mappa mentale che ha un andamento “ad albero”, è una struttura reticolare, tale da mettere in evidenza non solo i legami gerarchici tra i vari termini ma anche le interconnessioni tra i vari box. Da questo punto di vista l’immagine in alto non è una vera mappa concettuale. Ma non starei troppo a sottilizzare: se costruire una mappa è utile a comprendere meglio un argomento, ad assimilarlo e a consolidarlo, allora va bene qualsiasi struttura, anche non rispondente a caratteristiche standard!

Le mappe sottostanti, create per la lettura del Trasporto di Cristo e del Ritratto di Baldassarre Castiglione, entrambi di Raffaello, non sono mappe concettuali “ortodosse” ma risultano chiare e leggibili anche per chi non conosca l’argomento.

Sono state realizzate con Popplet, un software online semplice ed intuitivo.

Ogni mappa risponde alle domande CHI (riferito all’artista e alla sua biografia), PERCHÈ (le motivazioni dell’opera e le richieste della committenza), COSA (caratteristiche dell’opera, tecnica artistica utilizzata, iconografia), COME (stile dell’opera, linguaggio e iconologia), DOVE (contesto geografico e culturale nel quale l’opera è stata prodotta) e QUANDO (periodo storico-artistico).

In pratica si tratta di visualizzare le 5W (who, why, what, where, when) usate dai giornalisti per scrivere un pezzo, alle quali si aggiunge how, cioè il “come”, che nell’arte ha grande importanza.

Per migliorare la comprensibilità di una mappa è bene usare il colore come ulteriore chiave di lettura: si può decidere di attribuire un colore ad ognuna delle sei domande oppure secondo una sorta di gerarchia tra i collegamenti. E naturalmente non devono mancare le immagini. Una mappa fatta solo di parole può risultare molto stancante alla lettura!

Trovo anche molto interessante l’idea di piegare la mappa con una tecnica tale da farla diventare una sorta di libriccino: se si impagina la mappa in modo che ogni materia oppure ogni aspetto analizzato occupi una “pagina”, si potrà leggere la mappa sia come sequenza di argomenti (come nelle pubblicazioni tradizionali) sia come unica mappa su un foglio solo.

Questo consente di attuare una doppia lettura: sequenziale e reticolare. In effetti il nostro sapere non è lineare ma, come le sinapsi del nostro sistema nervoso, costituisce una sorta di rete con nodi e collegamenti. Allora perché non provare a mettere insieme passato e presente in un elaborato unico?

Infine vorrei segnalare VUE (Visual Understanding Environment), un software open source che permette di creare mappe anche molto complesse, con una gran varietà di effetti grafici e collegamenti esterni a documenti in rete, e di esportarle in pdf.

 

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9 risposte

  1. Sabina ha detto:

    Belle , le mappe!
    Io, con i miei alunni della secondaria di I grado uso Cmap perchè molto semplice.
    Ora voglio provare l’app che hai citato per Ipad.
    L’articolo sulle mappe di Novak è molto interessante. Salvato!
    Ciao

  2. Luisella ha detto:

    Ciao, veramente molto bella la tua mappa. E’ fatta con il software VUE di cui parli? Ho fatto mappe con Poplet e con Prezi, ma non conosco questo software. Non appena ho un minuto di tempo mi leggo gli articoli che consigli. Il libriccino ricorda molto il buddybook che si impara a costruire nel cooperative learning. Grazie!

  1. 26 Aprile 2013

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  2. 11 Maggio 2013

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  3. 25 Novembre 2013

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  4. 26 Novembre 2013

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  5. 22 Dicembre 2013

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