L’arte del Tangram

Avete presente quel quadrato suddiviso in sette piccole figure geometriche di diversi colori? È il Tangram, un antico gioco cinese conosciuto anche come “Le sette pietre della saggezza” poiché si diceva che la comprensione dei suoi segreti conferisse grande sapienza.

I pezzi del Tangram hanno forme ben precise: cinque triangoli isosceli rettangoli di tre diverse misure, un quadrato e un parallelogramma. Il gioco consiste nel cercare di formare delle sagome riconoscibili (animali, persone, oggetti…) usando tutti e sette i pezzi attraverso la loro traslazione, rotazione e ribaltamento (quest’ultimo utile solo per il parallelogramma).

Cosa c’entra con l’arte e la creatività? È presto detto: l’uso del Tangram richiede capacità di osservazione, di semplificazione e stilizzazione delle forme conosciute, di riconoscimento di simmetrie e moduli… insomma è un compito che richiede una notevole intelligenza visiva.

Partendo da figure semplici come il gatto o la casetta si può passare alla realizzazione di tutte le lettere dell’alfabeto oppure al progetto di arredi componibili con le forme del Tangram.

Qualche artista si è divertito a farne delle versioni pittoriche, come questi gatti “texturizzati” di Michael Arl.

E perché non portare il tangram anche a tavola? C’è chi ne ha fatto biscotti e chi ha realizzato tartine… così dopo il gioco si fa merenda!

Utilizzando riviste e illustrazioni da ritagliare, si possono anche creare dei bellissimi tangram-collage come quelli qui sotto.

Per esercitarsi ovunque, anche senza avere un tavolo e i pezzi in legno o cartoncino, si possono utilizzare le innumerevoli app per tablet o le versioni online.

Una volta diventati “esperti” non ci saranno più limiti all’immaginazione e sarà semplice scoprire come bastino sette figure geometriche per creare qualsiasi cosa esista al mondo!

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11 risposte

  1. Valeria Marossero ha detto:

    Buona idea per lavorare con gli allievi, molto interessante anche per ragionare esercitare e incoraggiare la creativitá. Grazie Didatticarte!!!

  2. Fabio ha detto:

    Premetto che non conosco il TANGRAM, ma mi sorprende la descrizione delle 7 figure geometriche all’inizio, io vedo:

    4 triangoli isosceli
    1 triangolo rettangolo
    1 rombo
    1 parallelogramma

    invece cinque triangoli isosceli (rettangoli???) di tre diverse misure, un quadrato e un parallelogramma

    Saluti
    Fabio

    • didatticarte ha detto:

      Ciao Fabio,
      non farti trarre in inganno dalle posizioni delle figure: un triangolo rettangolo deve avere un angolo retto; un triangolo isoscele deve avere due lati uguali. I triangoli che vedi in alto, diversamente orientati, sono tutti contemporaneamente isosceli e rettangoli.
      Per quanto riguarda il quadrato si tratta di un caso particolare del rombo (è l’unico rombo con le diagonali, oltre che perpendicolari, anche di dimensioni uguali).
      Per cui, anche se è ruotato di 45°, ha le proprietà del quadrato.

  3. Luisella ha detto:

    Molto interessante, il tangram viene utilizzato anche nel metodo Bates e altri metodi di rieducazione visiva per rilassare gli occhi e prevenire l’irrigidimento dei nervi ottici che può essere una delle cause della miopia o che comunque è spesso legato alla miopia stessa. Un’altra attività usata nel metodo Bates è quella del copiare un disegno mettendolo a capo all’ingiù.

  1. 19 Maggio 2015

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  2. 8 Dicembre 2015

    […] restare nell’ambito della geometria non posso non citare il Tangram, gioco cinese di cui mi sono già occupata, costituito da una serie di figure nate […]