Vi racconto la torre di Pisa

È uno dei monumenti italiani più famosi insieme al Colosseo. È quello più fotografato e sfruttato in marchi e illustrazioni.

Eppure, della torre di Pisa, se ne conoscono poco sia la travagliata storia costruttiva che le caratteristiche stilistiche e architettoniche.

La torre non è altro che il campanile del Duomo di Pisa, città che nell’XI secolo, insieme ad Amalfi, Genova e Venezia, era una repubblica marinara florida e potente.

Entrando in contatto con l’Oriente, grazie ai fiorenti scambi commerciali, l’architettura pisana ne assimilò le atmosfere e la leggerezza strutturale. Elementi evidenti nella Cattedrale romanica ma ancor più nell’adiacente torre campanaria.

La costruzione del campanile ebbe inizio nel 1173 ad opera di tale Bonanno Pisano. Quando la fabbrica era giunta al primo piano si verificò un cedimento del terreno (un misto di sabbia e argilla) che ne provocò l’inclinazione e l’interruzione dei lavori (nell’Ottocento, tuttavia, era in voga anche l’ipotesi che l’inclinazione sia stata voluta per un atto di virtuosismo architettonico…).

L’edificazione fu ripresa ben cento anni dopo, nel 1275, da Giovanni di Simone e terminata nella seconda metà del XIV secolo da altri costruttori con la realizzazione di sette ordini e una cella campanaria di diametro minore. Per correggere la pendenza gli ultimi piani sono stati via via “raddrizzati” in modo da avere comunque dei pavimenti un po’ più orizzontali.

La sagoma finale, volendo esagerare, somiglia vagamente ad una banana!

Nonostante il lungo e tormentato iter costruttivo la torre è un tipico monumento romanico (e questa era una delle domande del test che era facile sbagliare). È evidente, infatti, l’ispirazione all’architettura romana (da cui il Romanico deriva anche la denominazione) nell’uso dell’arco a tutto sesto (quello semicircolare, per intenderci) e nell’applicazione degli ordini classici (colonne e semicolonne con capitelli corinzi o compositi).

La torre pendente suscitò nei secoli l’interesse di tanti artisti. Ne parlò nel 1566 anche Vasari (sì, proprio lui, l’onnipresente Vasari…) esprimendosi in modo poco lusinghiero nei confronti degli autori del monumento:

Questo Guglielmo, secondo che si dice, l’anno 1174 insieme con Bonanno scultore fondò in Pisa il Campanile del Duomo…. Ma non avendo questi due architetti molta pratica di fondare in Pisa, e perciò non palificando la platea come dovevano, prima che fossero al mezzo di quella fabbrica essa inclinò da un lato et piegò in sul più debole di maniera che il detto campanile pende sei braccia e mezzo fuor dal dritto suo secondo che da quella banda calò il fondamento. Et se bene ciò nel disotto è poco, all’altezza si dimostra assai con fare stare altrui meravigliato come possa essere come non sia rovinato o non abbia gettato peli.

La torre torna protagonista delle cronache (o delle leggende) nel 1590 per il famoso esperimento di Galileo Galilei sulla caduta dei gravi. Lanciando dalla cima delle torre delle sfere di diverso peso dimostrò che “le velocità de’ mobili dell’istessa materia, disegualmente gravi, movendosi per un istesso mezzo, non conservano altrimenti la proporzione delle gravità loro, assegnatagli da Aristotele, anzi che si muovon tutti con pari velocità”.

In pratica l’accelerazione di gravità è costante a prescindere dal peso dell’oggetto in caduta.

Intanto l’inclinazione continuava ad aumentare. Nel corso dell’Ottocento si scoprì che il terreno sottostante la torre era intriso d’acqua (potenzialmente pericolosa per l’edificio) così, nel 1838, l’architetto Alessandro Gherardesca creò un catino per mettere nuovamente in luce tutto il primo livello (che nei secoli era parzialmente affondato anche a causa dell’innalzamento del suolo circostante) e fece aspirare l’acqua sottostante.

Non l’avesse mai fatto! Avendo eliminato l’acqua si innescò il fenomeno della subsidenza (la costipazione del suolo) e la torre si inclinò ancora di più.

Cento anni dopo, quindi, si intervenne di nuovo tentando di rinforzare le fondamenta con l’iniezione di cemento (ben 92 tonnellate) attraverso 391 fori obliqui alla base della struttura. Risultato? Ovvio: la pendenza aumentò sensibilmente!

Forse sarebbe stato meglio lasciarsi consigliare da Magritte

Negli anni ’60 cominciò l’era dei progetti: ipotesi molto complesse e tecnologicamente avanzate

… oppure idee decisamente kitsch o deliziosamente fantasiose!

L’inclinazione massima fu raggiunta nel 1993 quando il fuori-asse arrivò alla notevole misura di 4,47 m (pari ad una pendenza di 5,5°). In quel momento si temette seriamente l’imminente crollo della torre per cui fu chiusa al pubblico per realizzare un intervento “definitivo” di salvataggio.

Si posero sulla base, dalla parte opposta alla pendenza, dei lingotti di piombo dal peso complessivo di 900 tonnellate tali da contrastare l’inclinazione. Questo primo intervento servì a bloccare il movimento della torre .

L’intervento finale si basò sostanzialmente sull’induzione di un cedimento controllato nella zona più sollevata della base (quella a Nord) attraverso la rimozione di parte del terreno sottostante.

La cosa più sorprendente è che questa soluzione era stata in qualche modo individuata fin dal 1485 da Leon Battista Alberti, il quale scriveva: “Può accadere talvolta che un colosso o una cappella si inclinino da un lato con tutta la base. In tal caso occorre sollevarli dal punto in cui affondano, o togliere materiale di sotto al punto in cui si alzano. Impresa ardua nell’uno e nell’altro caso“.

Nel 2001, eseguita la sottoescavazione, fu completata la rimozione dei lingotti di piombo e della trave anulare sul quale erano posti. Il risultato finale fu un raddrizzamento di mezzo grado.

Sembra poco ma si tratta di un’inclinazione di tutta sicurezza, la stessa che la torre ha avuto per secoli come si può vedere dal diagramma qui sotto.

In tutti questi anni, però, la torre non è stata solo oggetto delle cure di ingegneri geotecnici e restauratori ma anche la protagonista di innumerevoli film, spot e persino cartoni animati…

 

I turisti, intanto, si sbizzarriscono quotidianamente a giocare con la torre

… mentre c’è anche chi si diverte ad osservare proprio i turisti e le loro strane pose, quasi da arti marziali, assunte per sostenere la torre!

C’è poi chi, evidentemente ossessionato dalla torre di Pisa, ne ha fatto l’astuccio di un rossetto, chi una teiera con relative tazze e chi l’ha dipinta su un dissuasore inclinato.

Ma le versioni della torre che mi divertono di più sono le vignette.

La prima vedrebbe la pendenza causata da un’irresponsabile applicazione del corsivo, la seconda ci porta a farci una domanda filosofico-esistenziale: e se la torre fosse dritta e fosse invece il mondo ad essere inclinato?

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23 risposte

  1. Elisabetta ha detto:

    Ciao sono una ragazza della 3 media e ho dovuto fare un articolo sulla torre di Pisa e devo ammettere che questo articolo mi è stato molto utile e interessante.
    Grazie per avermi fatto piacere almeno un po’ la storia

  2. Sara Anna Catanoso ha detto:

    È stata interessante ed esaustiva, andando a catturare l’attenzione con particolari ed immagini evocativi.
    Mi sono tanto divertita a leggere ad alta voce le parti virgolettate in… ‘iltalico volgare’ e, scusate se è poco, sono d’umore migliore anche!
    È sempre un’esperienza appagante imparare qualcosa di nuovo con cuore ed umorismo… sono le cose che poi negli anni, tendi a ricordare meglio!!!
    Dovrebbe darsi all’inserimento…o la scuola darsi a questo genere di letture!!
    Complimenti vivissimi per il lavoro svolto!!!
    Dieci più.
    Sara Catanoso.

  3. Manuela ha detto:

    Come sempre accattivante il tuo approccio e ricco di tante nuove informazioni. Grazie

  4. Olga ha detto:

    Ottimo articolo! Grazie!

  5. barbara ha detto:

    Bellissimo articolo, mi è piaciuto. Ci sono stata un mese fa con mio figlio; salire costa 18 euro senza sconto per gli studenti o i docenti perché la gestione è privata; non mi è piaciuto.

  6. Manuel ha detto:

    Grazie per l’articolo. Ho un dubbio però circa il peso di tutto quel piombo..

  7. Calogero ha detto:

    Semplice, divertente, e incuriosisce! grazie 🙂

  8. filippo ha detto:

    Semplicemente fantastica. Grazie!!!!

  9. Alessandra ha detto:

    Ecco, vedi? a proposito di lacune…
    Sono andata a vedere altri suoi lavori. Troppo simpatici!
    Il mondo degli illustratori è affascinante. Me ne sono interessata tempo fa per un libro di fiabe, no, di racconti per ragazzi, ma quelli bravi sono cari… giustamente, per carità.

  10. Mariella ha detto:

    Davvero impeccabile questa presentazione per la qualità e la “misura” nella scelta delle informazioni; molto interessante é poi l’aggiunta di curiosità un po’ amene che concorrono non poco a renderla sicuramente più accattivante per i ragazzi

  11. Alessandra ha detto:

    Sì, Magritte è fortissimo, ma anche l’immagine con le mongolfiere mi piace molto. Sai di chi è?

  12. Alessandra ha detto:

    Molto simpatico questo post tra il serio e il faceto 😉 del resto, l’argomento, anzi, il monumento si prestava. Pur non essendo l’unica torre o campanile pendente nel mondo, la Torre di Pisa è senza dubbio quella che ha maggiormente colpito la fantasia di artisti e persone comuni.
    Ti ringrazio per aver colmato la mia lacuna riguardo a questa insolita costruzione. 😀

    • didatticarte ha detto:

      Lo spunto mi è venuto proprio quando mi hai scritto che, rifacendo il famoso test di storia dell’arte, avevi sbagliato sempre le stesse tra le quali la torre di Pisa…
      E mi sono ricordata che l’avevo studiata all’università nel corso di restauro e che la sua storia statica era veramente interessante. Ho messo insieme Magritte (scoperti da poco i due dipinti con la torre) e Amici Miei e il gioco è fatto 😉

  1. 5 Luglio 2015

    […] Vi racconto la torre di Pisa. […]

  2. 9 Ottobre 2015

    […] Finalmente l’itinerario vi porta al monumento simbolo di questa città e tra i più famosi di tutta Italia. La Torre Pendente non ha bisogno di presentazioni ed essendo così famosa da trovare online qualsiasi tipo di documentazione al riguardo, non farò altro che segnalare un articolo dettagliato ma leggero al tempo stesso: “Vi racconto la torre di Pisa“. […]