Entrando nei quadri di Botticelli…

Dopo aver fatto entrare i miei studenti nei quadri di Leonardo, oggi ho ripetuto l’esperimento con le opere di Sandro Botticelli.

Ho riproposto il gioco del quadro vivente, o tableau vivant se preferite, in una versione semplificata da poter fare anche in una normale ora di lezione, in aula, senza abiti, luci o altri oggetti di scena.

Ho proposto loro tre dipinti: la Primavera, la Nascita di Venere e Venere e Marte.

Nessuna pretesa artistica, ovviamente, ma il desiderio di divertirci un po’, allentare il ritmo serrato di lezioni e verifiche e portare in classe dinamiche del tutto nuove.

Come la volta precedente abbiamo svuotato l’aula e scelto una parete vuota come sfondo. Alcuni studenti si sono improvvisati registi scegliendo gli interpreti e dando loro le giuste posizioni.

Questo è stato il momento più complesso: si sono resi conto che le posture dei personaggi botticelliani sono pressoché impossibili! Sembrano naturali, armoniche e invece sono instabili, piene di forzature, se non addirittura irriproducibili.

L’opera più complessa è stata, ovviamente la Primavera. Per poter controllare ogni personaggio gli studenti si sono messi in posa un gruppo per volta.

Sono stati costretti ad osservare il quadro come non avevano mai fatto prima: non sbagliavano più i nomi di Zefiro, Clori & Company e, soprattutto hanno scoperto particolari e gesti che sarebbero sfuggiti anche allo sguardo più attento…

Con molta autoironia alcuni ragazzi si sono prestati ad interpretare le tre Grazie (i tre Grazi, quindi) dato che scarseggiavano le fanciulle.

Abbiamo anche qualche fuori-scala come un Cupido un po’ cresciutello ma, come dicevo prima, il fine non è quello di copiare fedelmente l’opera, ma di scoprirla attraverso un’attività pratica, tramite il famoso learning by doing.

Più semplice è stata la creazione della Nascita di Venere, sebbene la coppia Zefiro-Clori ci abbia dato parecchie noie… non si capisce proprio come lei riesca a stare in equilibrio sul fianco di lui senza scivolare e senza doversi tenere avvinghiata al corpo dell’uomo. Ma in pittura tutto è possibile

Noi ci abbiamo provato ed è venuto così.

Decisamente più facile è stata la riproduzione di Venere e Marte. Escludendo i piccoli satiri (ci abbiamo provato ma le proporzioni non erano adattabili a quelle degli studenti…) i due personaggi sono semplicemente adagiati simmetricamente ai due lati del dipinto.

Anche stavolta mi sono occupata io della “post-produzione” con Photoshop.

In effetti la sequenza di operazioni è piuttosto articolata: si tratta di scontornare le sagome degli studenti, collocarle sul dipinto ridimensionandole opportunamente, ruotarne alcune parti (un braccio o una gamba) se necessario, cancellare le parti delle figure originali che sporgono dai nuovi personaggi (clonando aree circostanti per colmare le lacune) e dare qualche ritocco di ombre o colori.

Un lavoraccio, lo so. Ma ne vale la pena!

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17 risposte

  1. Filippo Bianchi ha detto:

    “Per la città in diverse case fece tondi di sua mano e femmine ignude assai, delle quali oggi ancora a Castello, villa del duca Cosimo, sono due quadri figurati: l’uno Venere che nasce, e quelle aure e venti, che la fanno venire in terra con gli amori, e così un’altra Venere che le grazie la fioriscono, dinotando la Primavera; le quali da lui con grazia si veggono espresse”
    Giorgio Vasari

  2. Marco Giordano ha detto:

    Bellissima idea! Ma perché non far lavorare i ragazzi anche in fase di post-produzione? Anche dall’uso del digitale, se inserito in modo sensato e finalizzato in un progetto, si possono imparare molte cose sulla struttura e i contenuti di un’opera. Come software consiglio Gimp, equivalente a Photoshop, ma in più è open e free.

    • didatticarte ha detto:

      L’obiettivo sarebbe quello, ma insegnare ai ragazzi a fare del fotoritocco di un certo livello richiede ore e ore di apprendimento. Con due ore a settimana (di cui una di disegno), i trimestri che incalzano, le indicazioni nazionali sterminate e le verifiche previste dalle norme non posso proprio permettermelo. Pazienza!
      (ad ogni modo Adobe rilascia gratuitamente le vecchie versioni di Photoshop; meglio quelle di Gimp che trovo estremamente macchinoso)

      • Marco Giordano ha detto:

        Giusto. Dall’esterno non ci si rende facilmente conto degli aspetti contingenti che riguardano la scuola…

  3. Helena ha detto:

    excelent idea! Tomorrow I’ll do the same with my pupils. I love this blog. Greetings from Potugal

  4. alesssandra ha detto:

    Stupenda questa metodologia che fa “amare” l’arte agli studenti,ci proverò anche io con i miei piccolini della scuola primaria.

  5. BERNARDETE BERTUOL ha detto:

    Gostaria de deixar registrado a minha gratidão pelo rico material aqui editado.
    Coloquei em prática com meus alunos do 7º ano e, o sucesso foi de uma intensidade radiante bem como o prazer com que os alunos demonstraram em realizar esta atividade. Mais uma vez muito obrigada, espero que a arte ultrapasse todos os limites.
    Bernardete

  6. franca vitali ha detto:

    come sarebbe bello aveLa avuta come insegnante al liceo…. sigh!

    • didatticarte ha detto:

      I miei alunni non sono sempre così contenti… faccio studiare sodo! 😉

  7. elisa ha detto:

    Che bel lavoro! Fare esperienza dell’arte non solo visivamente ma anche fisicamente!! Complimenti Emanuela 🙂 Elisa

  8. Alessandra ha detto:

    Avrei voluto esserci! Chissà come vi siete divertiti! 😀
    E, sì, non solo i ragazzi hanno osservato i quadri come non avrebbero fatto mai, ma non li dimenticheranno più.

    Dalle mie parti qualche anno fa, un’associazione che lavora con portatori di handicap -o diversamente a(ma)bili- ha messo assieme un calendario che riproduceva quadri famosi, dove i personaggi erano intepretati dai ragazzi che hanno anche lavorato agli sfondi, ai costumi, al trucco e parrucco, con risultati eccezionali e per di più somiglianti. Bellissima iniziativa.

    E’ sempre apprezzabile il tuo sforzo di rendere l’insegnamento dell’Arte una materia viva che coinvolga e appassioni i giovani. Mi auguro che altri insegnanti seguano il tuo esempio.

    • didatticarte ha detto:

      Sarebbe bello poter interpretare i quadri in maniera più “filologica”. Peccato che spazi e tempi non ce lo consentono.
      Comunque sì, ci divertiamo anche così e, soprattutto, gli studenti imparano a loro insaputa 😉

      • Alessandra ha detto:

        Di’ ai tuoi studenti che sono stati bravissimi.
        Carini i tre Grazi! 😉

      • didatticarte ha detto:

        Non me l’aspettavo neanch’io… sono una classe molto “vivace” (inteso in tutti i sensi possibili) ma hanno partecipato in maniera davvero entusiasta. Concordo con te: i tre Grazi sono deliziosi!