Cosa c’entra il disegno con la storia dell’arte?

Tempo fa, per una sorta di scommessa con un collega, abbiamo intervistato decine di studenti della nostra scuola (un liceo scientifico) chiedendo loro quale fosse il nome esatto della materia che insegno. Ebbene, la risposta più quotata è stata “arte”. Qualcuno è arrivato a “storia dell’arte”, mentre qualcuno ha azzardato persino “arte e immagine” o “educazione artistica” (sic!). Solo uno ha dato la risposta esatta: “Disegno e Storia dell’arte”.

Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che il disegno non venga percepito come disciplina, non se ne comprende bene la funzione e la necessità; forse perché in altre scuole superiori la materia si chiama effettivamente solo Storia dell’arte (e comunque è insegnata da docenti con una formazione differente), forse perché i miei studenti vivono l’ora di disegno come se fosse una specie di ricreazione (difficile farli stare concentrati, disegnano in fretta, in modo impreciso e spesso con attrezzature inadeguate…).

Insomma, fatto sta che non si coglie neanche bene il legame tra le due materie. Eppure il disegno è la forma di comunicazione visiva fondamentale. Non c’è artista che non si sia servito del disegno per analizzare, comprendere, ideare, abbozzare un’idea artistica. Uno dei più grandi artisti per eccellenza, Leonardo da Vinci, è anche uno dei maggiori maestri del disegno.

Ma analizziamo una per una le funzioni didattiche del disegno. Inteso come copia della realtà, serve a comprenderne proporzioni, misure, finitura superficiale, volumi, rapporti. I taccuini di artisti ed architetti sono pieni di disegni e schizzi di opere altrui o di luoghi osservati come ho già approfondito in questo post. Questo tipo di disegno è anche un modo per analizzare visivamente un’opera d’arte e conoscerla in maniera profonda e definitiva.

Tra i più famosi carnet di schizzi ci sono quelli che Le Corbusier realizzò durante il suo viaggio in Italia: una miniera di annotazioni grafiche e verbali che la fotografia non avrebbe potuto sostituire.

Tra i più antichi taccuini di disegni dal vero c’è, invece, il Livre de portraiture di Villard  De Honnecourt, architetto del XIII secolo che ha lasciato una testimonianza fondamentale dell’architettura gotica francese e del cantiere medievale.

Questo tipo di disegno è molto vicino a quello che viene definito “disegno tecnico” cioè un tipo di rappresentazione con regole ben precise, utilizzato per rappresentare spazi ed oggetti in modo oggettivo ed univoco. Sto parlando, nello specifico, del disegno in proiezioni ortogonali, assonometria e prospettiva (come nei disegni sottostanti, realizzati dai miei studenti).

Utilizzare queste tecniche di rappresentazione per figure abbastanza semplici consente comunque di prendere confidenza con le peculiarità di ognuno di questi sistemi e poter decodificare più agevolmente piante, sezioni, prospetti e viste tridimensionali delle architetture da studiare.

Ma il disegno non serve solo a raffigurare l’esistente. In molti casi gli artisti lo utilizzano per schematizzare un’idea, per abbozzare un’opera in modo rapido e sintetico (ma anche molto dettagliato e preciso, in certi casi). Di questo genere di schizzi se ne trovano in abbondanza dal Rinascimento in poi. In pratica è ciò che viene chiamato progetto nel campo dell’architettura.

Naturalmente con il disegno si possono mettere in atto molti altri tipi di comunicazione grafica: da quella pubblicitaria allo studio dei pittogrammi, dall’elaborazione di mappe mentali al visual thinking… ma si tratta di pratiche non direttamente connesse con lo studio della storia dell’arte.

Nello studio della storia dell’arte è di grande efficacia un’attività di disegno mirata alla riproduzione delle opere d’arte, alla classificazione delle tecniche costruttive o di tipologie di manufatti, al ridisegno di strutture modulari o con simmetrie di vario tipo. Di questo ho già parlato in questo post, al punto n. 3.

Ma disegnare non è solo un’attività didattica: tracciare delle linee è un modo di esprimersi, un linguaggio ancestrale. Nel momento in cui si scopre questa forma espressiva è come se si entrasse in una nuova forma di percezione e di comunicazione, un punto di vista diverso sul mondo. A tal proposito Van Gogh diceva: “Cos’è disegnare? Come ci si arriva? È l’atto di aprirsi un passaggio attraverso un muro di ferro invisibile che sembra trovarsi tra ciò che si sente e che si può”.

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32 risposte

  1. Rosa ha detto:

    Ho incominciato a insegnare quest’anno in un liceo, mi sono trovata in un mondo di colleghi architetti che insegnano la materia, io ho studiato pittura a Brera e a parte che mi sono sentita molto snobbata dai colleghi architetti (come se la mia fosse una formazione di serie B), ho notato che per i colleghi il disegno è solo proiezioni ortogonali e disegno tecnico. Per me il disegno è disegno libero, espressione dell’anima, colore. Sono obbligata a far fare le proiezioni ortogonali? Sono scoraggiata.

    Ammiro molto il te e il tuo blog
    Grazie

    • Salve Rosa, non la metterei su una questione di obbligo, tuttavia le indicazioni nazionali per il disegno riguardano il disegno tecnico, dunque non si può evitarlo del tutto. Detto questo, ognuno può fare anche altre tecniche. Anch’io faccio esercitare con il disegno a mano libera e il chiaroscuro. Così come faccio fare molta fotografia.

  2. Rosa Zenari ha detto:

    Complimenti per i tuoi post.
    In questo momento di emergenza sanitaria li trovo interessanti e molto utili. Ne sto proponendo alcuni in visione ai miei alunni di un liceo artistico per stimolarli nella riflessione sull’importanza del disegno.
    Grazie.

  3. Milos ha detto:

    Io non sono ne un architetto ne un insegnante ma i tuoi post sono interessantissimi.
    Imparo molte cose e divento sempre più curioso. Mi sono anche dato al disegno e alla pitture (molto umilmente) .l’arte oltre che ad aprire gli orizzonti aiuta a pensare ed a rilasciare lo stress. Ringraziamenti vivissimi e complimenti.

  4. Rosa borroni ha detto:

    Il disegno è anche e prima di tutto, SEGNO. È può essere ,allora, arte.

  5. Piera ha detto:

    Sono sempre più convinta che per comprendere l’Arte bisogna anche sperimentare praticamente come si fa

  6. Laura ha detto:

    Bravissima…..Complimenti!!! Ti seguo molto sono docente di arte ed affermo che la tua pagina è favolosa

  7. antonio filippi ha detto:

    Molto interessante

  8. Aureliana Strulato ha detto:

    è sempre un piacere leggere queste lezioni di … “Disegno e Storia dell’ Arte” !

      • Teresa cammisa ha detto:

        seguo il sito con interesse
        ma con dispiacere devo sottolineare la troppa teorizzazione da parte degli architetti dell’arte soprattutto nella fascia della scuola media , i ragazzi amano l’arte e solo sperime tando la fatica ,la bellezzae il piace di conoscere e di creare potranno poi valorizzare tutto il meraviglioso patrimonio artistico del nostro territorio e non solo.
        piu colore . più tecniche piu laboratorio

      • Infatti io insegno al liceo scientifico.

  9. marilisa Bonanno ha detto:

    Giorni fa ho chiesto ai miei allievi a cosa servisse questa disciplina e con mia grande sorpresa una vocina dal fondo ha quasi sussurrato: “serve a rendermi migliore…a capire come sono e dove sono…”non sono riuscita ad aggiungere altro al suo commento…poiché credo fermamente che l’Arte…se insegnata con passione riesca davvero a fare quel piccolo miracolo che è aprire la “coscienza” e dare un nuovo assetto al mondo…credo che ogni volta che un docente entra in classe e nn si consumi per i suoi allievi …abbia tolto loro le occasioni per diventare uomini e donne…dico spesso che studiamo gli artisti per imparare da loro il “coraggio”…e così pou penso che tra qualche anno nn si ricorderanno tutte le opere di un Picasso o un Michelangelo… ma sono sicura che da qualche parte nella loro testa sarà vivo il “gesto” coraggioso che li ha ispirati e guidati…e come dico sempre:” vi osservo perché per me siete opere d’arte uniche e irripetibili…nn sprecate la vostra unicità!” Nn so se vado nella direzione giusta…ma spesso i tuoi post mi confortano e così continuo a scommettere là dove gli altri si sono arresi. GRAZIE

    • didatticarte ha detto:

      Grazie a te per questa riflessione, Marilisa. È vero, l’arte ci racconta del nostro modo di stare al mondo, delle regole da seguire e da infrangere, dell’obiettivo che vogliamo raggiungere e della nostra lingua comune. Fortunati i tuoi studenti!
      Buon lavoro a noi 🙂

    • Valentina Ranucci ha detto:

      sono pienamente d’accordo! mi sono avvicinata all’arte grazie ad una bravissima insegnate del liceo. La passione che trasmetteva nell’analizzare un’opera ma sopratutto il suo modo di trasmetterla a me, mi ha trasformata! Fin da piccola,ho sempre disegnato tanto; grazie a lei ho capito cosa significa farlo 😀

  10. Ina ha detto:

    Mi dispiace dover constatare, e “denunciare”, che i primi a non credere nella disciplina disegno e storia dell’arte sono gli stessi docenti. Posso dire solo, peccato! Nella scuola si perde sempre più il senso e il valore che ha la conoscenza non solo dei canoni e delle regole, ma anche degli strumenti che discipline come il disegno hanno per la scoperta di se stessi, dei modi con cui si può esprimere l’inesprimibile a parole. Si sta persino smettendo di scrivere con la penna, sulla carta, a favore delle digitalizzazione…posso solo dire, con amarezza, peccato!

    • didatticarte ha detto:

      Non generalizzare Ina: io sono una docente di questa disciplina e, accanto a colleghi demotivati o impreparati, ne vedo tanti desiderosi di trasmettere un sapere alto ai loro alunni. Il discorso, peraltro, vale per qualsiasi materia: quanti docenti “scarsi” abbiamo conosciuto di matematica, italiano, storia, filosofia etc. etc. ?
      Il problema è molto più a monte: le storture nel reclutamento dei docenti, la loro mancanza di autorevolezza e importanza a livello sociale, la trasformazione dello studente da allievo a cliente… ma si tratta di una questione troppo complessa per parlarne qui.
      Posso solo invitarti a vedere in modo meno pessimistico la situazione. Tramite il gruppo Facebook e il Blog sto conoscendo una realtà fatta di docenti di Disegno e Storia dell’arte davvero eccezionali!

  11. renata guadalupi ha detto:

    Approfitto del commento al post per confessarti che sono mesi che saccheggio il tuo sito.
    Logicamente faccio il tuo stesso lavoro, anzi dovrei dire i tuoi stessi lavori, sono anch’io architetto e penso che la nostra formazione influenzi necessariamente il modo di insegnare. Insomma sempre più spesso le due cose si mescolano producendo in molti casi i tuoi bellissimi post.
    I complimenti quindi sono sentiti e riguardano sia la qualità di quello che proponi sia la tua spinta a condividere.
    Volevo dare un piccolo contributo all’inchiesta iniziale: quando insegnavo alle medie un allievo vedendomi arrivare disse ai compagni… presto, entriamo, arriva la prof. di arte magica. Più che un errore mi sembrò un bellissimo complimento. Te lo rigiro volentieri.

    • didatticarte ha detto:

      Grazie mille Renata! Sono convinta anch’io che l’essere architetti sia più che un percorso di formazione… diventa un modo di guardare alla realtà contemporaneamente tecnico e artistico, metodologico e creativo!
      Per questo la nostra materia può diventare anche “arte magica”!!! 😀

    • Mauri E. Monti ha detto:

      Più bel complimento di “prof. di arte magica” non credo possa esistere. Denota profonda stima e ammirazione per chi è riuscita ad affascinare e interessare gli allievi con le opere da studiare proposte.
      Praticamente il massimo di soddisfazione reciproca ottenibile in un rapporto insegnante-allievo.

  12. Alessandra ha detto:

    E le famose tavole del Piraino?
    Ahi! temo che questo denunci i miei anni. 🙁

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